Il giorno dopo Juve-Inter, Repubblica analizza la gara dello Stadium. Dopo un buon primo tempo, i nerazzurri nella ripresa entrano con la testa altrove, inspiegabile per una squadra che fin qui ha deluso negli scontri diretti e aveva la ghiotta occasione di sorpassare in Napoli in vetta. "È cominciato qualcosa di nuovo, di sicuro si sono aperte le porte su un campionato diverso: il gol di Francisco Conceiçao, aria fresca in mezzo alle mummie interiste, cambia le prospettive della Juventus, che adesso sa di saper battere anche la squadra più forte d’Italia e di poterlo fare con merito. Ma sposta pure la dimensione dell’Inter, alla seconda sconfitta in dieci giorni (e quella nel derby l’aveva scongiurata in extremis) e proprio nel momento in cui, sgravata dalle preoccupazioni di Champions, avrebbe potuto surclassare il passo zoppicante del Napoli".


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Repubblica – Inter, sorpasso al Napoli fallito. Bisogna chiederselo: i nerazzurri sono in crisi?
"Il risultato è che Conte detta il ritmo persino a colpi di pareggi, e quindi bisogna chiederselo: ma l’Inter è in crisi? Intanto a Bergamo si mangiano le mani per l’occasione perduta nel mese della serie A in frenata. La Juve ha ribaltato l’Inter capovolgendo da un tempo all’altro i rapporti di forza, con autorevolezza e consapevolezza non ancora viste finora. Thiago Motta se l’era giocata da una base di consapevole inferiorità".
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"Ha messo in campo tutti i centimetri e i chili possibili temendo l’impatto fisico dell’Inter (anche sulle palle ferme) e piazzando l’unico piccoletto, Conceiçao, a infastidire l’unico piccoletto degli altri, Dimarco (e fastidio ne ha dato). Dumfries ha fatto carne di porco del povero Savona anche se poi, per un motivo o per altro, tutto è rimasto a livello di intenzioni, o perché l’olandese sbagliava la rifinitura o perché quando ha rifinito bene Lautaro ha sciaguratamente fallito l’esecuzione del tiro (due gol se li è proprio mangiati) o ancora perché, quando si è stufato, ha deciso di tirare ma ha centrato il palo".
"L’Inter aveva misteriosamente smesso di martellare il fianco debole dell’avversario che così si è riorganizzato anche di là, ma la vera differenza s’è fatta nella zona di mezzo, perché Thuram e Koopmeiners hanno via via avanzato il loro raggio d’azione, aumentato ritmi e intensità: è questo, più di tutto, che ha schiantato l’Inter, costantemente monocorde nel suo incedere tendente alla lentezza. La sfida ha smesso di essere un fatto di tecnica, poiché i nerazzurri non hanno più potuto far correre la palla (e la stavano facendo correre bene) e non hanno compensato mettendosi a correre loro, ed è diventata una questione di piccole conquiste".
(Repubblica)
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