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A riposo in nazionale
—In realtà, Thuram era anche ammaccato. Prima della sosta, infatti, contro il Torino, era uscito zoppicante: colpa di un fallaccio di Maripan, poi costato l’espulsione al difensore granata. La contusione alla caviglia, però, non gli aveva impedito di firmare una clamorosa tripletta, la prima da interista. Così, ha dovuto gestirsi nei primi giorni del ritiro transalpino, poi però tutto è rientrato. E, di fatto, l’esclusione contro i belgi è stata innanzitutto una scelta tecnica di Deschamps. Felice, evidentemente, visto che Kolo Muani, schierato al centro dell’attacco, ha segnato una doppietta. Del resto, la realtà racconta come il rapporto tra Thuram e la Francia sia quantomeno particolare: in 26 presenze, infatti, è riuscito a fare centro soltanto 2 volte.
Thuram capocannoniere
—Insomma, un rendimento opposto o quasi rispetto a quello che fa vedere nell'Inter, dove Tikus si sta evolvendo in un vero e proprio bomber. Il suo score, in questo inizio di stagione, è straordinario: 7 reti in 7 giornate, capocannoniere della serie A in tandem con Retegui. Nello scorso campionato, per mettere insieme lo stesso bottino, impiegò ben 16 turni, quasi un girone intero. La differenza è che ora c’è qualcosa in più nel suo gioco: giostra più vicino all’area di rigore, svariando di meno. Ecco perché ha maggiori opportunità di fare male agli avversari. Senza dimenticare l’utilità di Lautaro come spalla. E, forse, sta proprio qui la differenza rispetto a quanto gli capita con la Francia. Deschamps lo utilizza come centravanti, spesso spalle alla porta, chiedendogli un lavoro molto dispendioso e finalizzato innanzitutto ad aprire spazi per i compagni. In nerazzurro, invece, è un vero e proprio terminale offensivo, destinatario, al pari di Lautaro, degli assist dei compagni.
Ulteriore motivazione
—E allora chissà che il desiderio di dimostrare qualcosa a Deschamps non regali a Thuram una motivazione in più per il match con la Roma. Le due sfide dell’anno scorso sono state emblematiche per quelle che sono le sue capacità offensive e per come Inzaghi sa sfruttarle. All’andata, a San Siro, colpì nel finale, impattando un cross di Dimarco dalla sinistra, bruciando sul tempo il suo marcatore. Al ritorno, all'Olimpico, fece sostanzialmente lo stesso, con la differenza che il cross di Darmian arrivava dalla fascia destra. E, tanto per gradire, poi, costrinse Angelino all’autorete, nel tentativo di anticiparlo sempre dentro l’area. Quell'Inter era sotto all'intervallo, come pochissime volte è accaduto lo scorso anno. A Inizio ripresa fu proprio Thuram a dare la scossa. Scontato che ci riproverà anche domenica sera”, si legge.
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