Inter-Milan sarà la sfida tra due tecnici che si conoscono molto bene. Inzaghi e Conceiçao si contenderanno domani sera a Riad la Supercoppa
Inter-Milan sarà la sfida tra due tecnici che si conoscono molto bene. Inzaghi e Conceiçao si contenderanno domani sera a Riad la Supercoppa, dopo aver condiviso lo spogliatoio della Lazio da calciatori. Non è il primo incrocio visto che che nel 2023 Inzaghi ha sfidato il Porto di Conceiçao in Champions League.
"Ci sono da raccontare due giorni nella vita di Simone Inzaghi e Sergio Conceiçao... e clamorosamente sono lo stesso giorno: il 14 marzo. Il 14 marzo 2000 si gioca Lazio-Marsiglia di Champions. Finisce 5-1 e Simone Inzaghi segna 4 gol. Esagerato. Il gol che stappa il ketchup è il primo, un tiro in contropiede da assist di Conceiçao. Simone per esultare lo indica, gli punta un dito addosso e per il linguaggio del corpo il significato è chiato: “Merito tuo”. Il 14 marzo 2023 invece è il giorno di Porto-Inter, ritorno degli ottavi di Champions. Inzaghi ha un gol di vantaggio dall’andata e Conceiçao va a tanto così dai supplementari. Nel finale prende un palo con Taremi, poi una traversa con Grujic, ed è furioso. Quando Inzaghi gli tende la mano, Sergio non la stringe e Simone, ammirevole per comprensione, gli dà un buffetto sulla testa", racconta La Gazzetta dello Sport.
La loro formazione calcistica è differente e in campo si vede. Hanno punti in comune, ma sono diversi. Inzaghi con la difesa a tre come coperta di Linus, Conceiçao sempre a quattro. Inzaghi che non cambia mai sistema di gioco e Conceiçao che ha battuto la Juve spostando pedine per tutto il secondo tempo. Inzaghi sempre tranquillo e Conceiçao nervoso. Ha detto un giorno Dario Marcolin, compagno di entrambi: “Mi aspettavo che Inzaghi diventasse allenatore, prendeva appunti e memorizzava tutto. Sergio no, era umorale, si arrabbiava facilmente”. All’intervallo di Juve-Milan, i giocatori devono essersene accorti. E poi Nestor Sensini: “Sergio era molto chiuso, ma dentro al gruppo stava benissimo. Simone era giovane e aveva un atteggiamento molto rispettoso, ma ci teneva sempre a vincere: quando non succedeva, si arrabbiava molto. Lo stesso accadeva se prendeva un calcio in allenamento…”. Un po’ di Lazio, a guardarli oggi, resiste in entrambi. Inzaghi in biancoceleste si è lanciato e ha vinto (tra l’altro) due Supercoppe italiane, Sergio alla Lazio ha conosciuto Sven-Goran Eriksson, che è sicuramente uno dei suoi maestri: il suo 4-4-2 con intensità, pressing, mix di talento e attenzione è lo stesso dell’allenatore dello scudetto.
Lo scudetto, appunto. Inzaghi e Conceiçao lo hanno vinto insieme nel 2000 e in questi giorni di giubileo la ricorrenza torna. In totale hanno giocato insieme 33 partite, la prima contro il Cagliari, l’ultima contro l’Ancona, e Sergio ha dato due assist a Simone. Uno in quella notte col Marsiglia, l’altro nel 4-0 al Maribor del 1999. Serate europee. Da allora hanno vissuto vite parallele, senza più incontrarsi o quasi. Conceiçao è tornato al suo Porto, poi è andato a giocare in Belgio, in Kuwait (!) e in Grecia, dove è stato anche direttore sportivo. Dopo, subito dopo, allenatore, senza passare dalle giovanili. Inzaghi è rimasto in Italia, spingendosi al massimo a Bergamo (Atalanta) o a Genova (Sampdoria), ma sempre tornando a casa, alla Lazio. E con i giovani lui sì, ha lavorato tanto.