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Tutti pazzi per Inzaghi, lui elogia l’Inter e sta un passo indietro: monito chiaro per Bologna

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C'è la delicatissima sfida di Bologna dopo la vittoria in Champions contro il Bayern Monaco che è valsa la semifinale: il monito di Inzaghi
Alessandro Cosattini Redattore 

C'è la delicatissima sfida di Bologna dopo la vittoria in Champions League contro il Bayern Monaco che è valsa la semifinale. La Gazzetta dello Sport presenta così il match in programma nella domenica di Pasqua:

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Tutti elogiano Inzaghi, lui l'Inter

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"Vincent Kompany elogia l’Inter e Inzaghi. Hansi Flick elogia l’Inter e Inzaghi. E, invece, Inzaghi che fa? Elogia l’Inter, ma tiene accuratamente fuori Simone. Quest’anno il tecnico nerazzurro si è convinto di assaltare il mondo intero, ma vuole farlo alla sua maniera, con apparente modestia: prova a vincere qualsiasi cosa gli passi a tiro, allontanando la luce da sé per concentrarla sugli altri. Continua a esaltare il suo gruppo di guerrieri, sparge carezze anche alla dirigenza, già pronta a mettergli sotto il naso un lauto rinnovo, ma non va oltre con le smancerie ed evita soprattutto ogni autoelogio. Nel suo proposito di triplete, Inzaghi preferisce stare un passo indietro rispetto alla vetrina. Al massimo, fa tre con le dita della mano, giusto per ricordare quanto sia ambizioso il progetto. Mentre i colleghi stranieri, non solo quelli di Bayern e Barça, continuano a riempiere Simone di complimenti, ce n’è uno italiano che lo aspetta al varco. Il suo predecessore Antonio Conte è lì, tre passi indietro in campionato, pronto a sfruttare la trasferta interista a Bologna per riprendersi la testa.


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Oltre la stanchezza

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Da parte sua, almeno al momento, Inzaghi non vuole lasciare per strada neanche le briciole, anzi dà alla battaglia domestica lo stesso valore di quella europea. L’idea che la sfida di domenica con il Bologna sia la più importante della stagione non appartiene solo al presidente Beppe Marotta, ma è un pensiero condiviso dallo stesso allenatore. L’iperbole è pensata, lucidata per bene e poi mostrata all’esterno: il campionato-bis resta per l’Inter il primo obiettivo della lista stilata ogni anno. Tra l’altro, questa sfida pasquale al Dall’Ara è considerata come lo scoglio più duro da qui alla fine. Dopo questa partita, ne mancheranno appena cinque e due si giocheranno contro le romane: saranno entrambe a San Siro, il fortino dei sogni interisti, e anche per questo spaventano meno. Al contrario, la gara contro Italiano si gioca in uno stadio funesto per i nerazzurri e cade proprio dopo la prova più dispendiosa finora. Nel primo allenamento vero e proprio post-Bayern, ieri, Inzaghi ha verificato i livelli di stanchezza, ma nello stesso tempo ha percepito l’entusiasmo elettrico che ha lasciato la Champions: andrà cavalcato per volare oltre la stanchezza. Intanto, lo stesso allenatore ha ripreso a martellare il gruppo sui concetti a lui cari: nella fatal Bologna la sua squadra si gioca la pelle e nessuna distrazione è ammessa. Troppo importante conservare il +3 sul Napoli contiano, anche per non scendere dalla nuvola su cui oggi cammina la sua Inter.

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Il monito per Bologna

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Il Napoli stasera potrebbe, comunque, affiancarsi in vetta con una partita in più, sensazione sempre poco rassicurante per i nerazzurri. Ma per Inzaghi la sfida a distanza a Conte è accompagnata anche dai fantasmi del passato: a Bologna, nel suo primo anno interista e più o meno in questi giorni, Simone ha già buttato uno scudetto alle ortiche (era tre anni fa, il 27 aprile) ma, come ribadito dallo stesso Marotta, oggi quell’allenatore non esiste più. Il tecnico, che ora lotta per ogni obiettivo, ha imparato dalle incertezze del passato e sa come affrontare le difficoltà. Lo scatto di carriera è evidente da tempo, noto in ogni angolo del pianeta: non a caso, pare che gli arabi del ricchissimo Al Hilal siano venuti in missione a Milano e abbiano pure incontrato il suo entourage, senza trovare alcuno spiraglio. Gli ultimi balbettii per Inzaghi sono, invece, arrivati in trasferta: dopo otto successi esterni di fila lontani da San Siro, tenendo la porta inviolata per ben sette volte, la sua Inter ha conquistato una sola vittoria nelle ultime sei fuori casa. Era quella di Bergamo, in cui i campioni in carica si sono ripresi la testa, mentre l’ultima trasferta, come questa in Emilia, non è andata benissimo: il 2-2 col Parma è ancora nella testa, nonostante la gloria raccolta in Europa. È vero che la Champions è unica e che è in arrivo un nobile derby di Coppa Italia, ma l’Inter vuole essere cannibale in tutto e per tutto: niente cali, figurarsi in una volata su scudetto con Conte", si legge.

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