Inzaghi e Gasperini sono e saranno sempre così distanti. Lo dice la loro storia, nella quale trovano riscontro situazioni che hanno portato i due a non amarsi. Le rispettive idee di gioco hanno anche punti di contatto, ma poco conta. Su loro due si sofferma la Gazzetta dello Sport a poche ore da Atalanta-Inter. Si legge nel focus: "Oggi lo scontro diretto si vive così, sul filo sottile dei nervi tra due panchine che non si amano poi troppo: è colpa di vecchie ruggini che tornano sempre a galla. Il ruvido Gasp contro il più mite Simone, un “picconatore” convinto contro un aziendalista dichiarato. Il rispetto non mancherà, ma l’amicizia è un’altra cosa.


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Inzaghi-Gasperini due rette parallele: vecchie ruggini torneranno sempre a galla
La rivalità è a senso unico dal 2022: il tecnico della Dea, che riesce a mettere alla frusta qualsiasi avversario, sbatte contro un iceberg quando incrocia la sua ex squadra. Le ha perse tutte, 7 su 7. Per la posta in palio, però, questa sfida rischia di fare davvero storia a sé. Chi vince fa un salto tricolore, mentre dal Golfo osserverà sornione Antonio Conte".
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Le differenze arrivano da lontano. Il loro percorso ha preso strade completamente diverse: "Gasperini e Inzaghi sono rette parallele che mai si incroceranno. A separarli, prima la carriera da calciatore, poi la gavetta da allenatore. L’atalantino, centrocampista di provincia negli anni Ottanta, è diventato un predicatore illuminato in panchina: anni e anni su e giù per l’Italia con lo stesso coraggio, senza mai tradire se stesso. A Bergamo, dove ha messo radici, ha finalmente trasformato l’utopia in realtà.
Nel 2016 Simone è stato catapultato da Lotito in prima squadra senza troppa esperienza. Non si è bruciato, anche perché da giocatore conosceva bene la grammatica della lotta al vertice. Nessun trauma pure nel passaggio da Roma a Milano, anzi, proprio lì dove il Gasp interista aveva steccato, lui ha spiccato il volo. In Europa il destino si è ribaltato: la Dea ha raccolto la gloria che ora cerca in Italia, mentre l’Inter con lo scudetto sul petto vorrebbe cancellare la delusione della finale Champions del ‘23".
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