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"Inzaghi ripartirà dalle certezze. Ripartirà, contro la Lazio, dagli uomini che gli consentono di sviluppare al meglio il suo gioco. Il tecnico è obbligato a ballare con la necessità – fisica e psicologica – di dar spazio a tutto l’organico: il turnover è un dovere ancor prima che una scelta, nell’idea che ha l’Inter di arrivare in primavera in corsa su tutti i fronti. Ma è evidente che lo sviluppo di gioco sia – inutile negarlo - uno con Dimarco e un altro con Carlos Augusto. Che a centrocampo Frattesi non può garantire – ma forse è sbagliato persino chiederglielo – la stessa tipologia di apporto di Barella. Che Mkhitaryan è unico e inimitabile, nelle combinazioni con Bastoni e lo stesso Dimarco a sinistra. Che Thuram in coppia con Lautaro, anche con questo Lautaro non scintillante, dia una sensazione di pericolosità maggiore che vicino ad altri partner. E che il Dumfries post accordo contrattuale sia un calciatore sereno al punto di essere molto spesso un fattore decisivo dentro le partite. Ecco, sarà questa l’Inter di Roma. L’Inter della stella o quasi".
"L’Inter della stella, però, azzannava tutte le partite, in particolar modo quelle con le dirette concorrenti. Questa squadra invece contro le grandi non riesce a vincere o a dominare il gioco. Ci è riuscita ad agosto con l’Atalanta e poi in Champions con l’Arsenal, ma ormai sono più le conferme di segno opposto. E sono troppe per credere sia solo un caso: sconfitta con il Milan, pareggio con il Napoli, altra X con la Juventus, come pure con il Manchester City, ora il ko in Germania col Bayer. Se ci sia dietro un fatto tattico, è una questione tutta per Inzaghi ma qualche segnale va colto. Il Napoli un po’ meno, ma tutte le altre squadre che hanno messo in difficoltà i nerazzurri sono “propositive”, “alte”. La Lazio in questo senso è un mix, perché Baroni fin qui ha dimostrato di saper vincere in tutti i modi. È un esame vero, allora, anche per una squadra mentalmente forte come l’Inter. Superarlo, vorrebbe dire relegare la notte di Leverkusen a un incidente di percorso, in cui la squadra ha pensato di sedersi sullo 0-0, tirando fuori una proposta offensiva largamente insufficiente. Frenare nuovamente, al contrario, ridarebbe convinzione anche a chi soffia in direzione opposta", aggiunge il quotidiano.
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