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CdS – Supercoppa, Inzaghi vuole altre consapevolezze. Parte da un gesto scaramantico

CdS – Supercoppa, Inzaghi vuole altre consapevolezze. Parte da un gesto scaramantico - immagine 1
L'allenatore nerazzurro ha già vinto questo titolo quattro volte e con un altro titolo potrebbe raggiungere Herrera e Mancini nella storia dell'Inter
Eva A. Provenzano Caporedattore 

Tutto è pronto per la finale di Supercoppa italiana: questa sera Milan e Inter si giocheranno quella che è la 13esima finale del trofeo per entrambi i club. Solo la Juve ne ha giocate finora 17 e vinte 9 con i nerazzurri che ne hanno vinte 8 e i rossoneri 7. Simone Inzaghine ha vinte cinque finora ed è il più vincente nella storia di questa competizione e con un altro titolo raggiungerebbe Herrera e Mancini nella classifica degli allenatori più titolari della storia nerazzurra. Quello che però interessa al tecnico, e alla vigilia della sfida lo ha fatto capire, è che la sua Inter acquisisca altri pezzi di consapevolezza e autostima sulla strada verso un 2025 ricco di obiettivi e impegni. 

CdS – Supercoppa, Inzaghi vuole altre consapevolezze. Parte da un gesto scaramantico- immagine 2

Cercherà come sempre di mettere in campo la formazione migliore, per dimostrare quanto ci tiene a questo derby di Coppa e si vede già dal gesto scaramantico della vigilia. Anche l'ultima volta con lui, a parlare in conferenza stampa, c'erano stati per la semifinale Mkhitaryan e per la finale Lautaro. Sa che la sua Inter è favorita, ma non dà niente per scontato considerato che il Milan è stata la squadra che gli ha inflitto l'unica sconfitta in questa stagione. E che ora sulla panchina c'è il suo ex compagno di squadra (alla Lazio) Conceicao. 


Il confronto con l'ex compagno

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Di lui alla vigilia il mister ha detto: «È un allenatore verticale, dà grande organizzazione e le sue squadre non mollano mai. La Juve sembrava avere in mano la gara ma nel secondo tempo ha meritato il Milan di qualificarsi. Da quando non ci siamo dati la mano a fine partita in Champions per Porto-Inter non ci siamo più visti e parlati. Ma non è successo nulla. C'era un ottavo in palio ed era sentito. Alla Lazio abbiamo giocato insieme tanti anni condividendo spogliatoi e vittorie. E c'era Eriksson con noi che ha condizionato molto l'orientamento dei suoi giocatori che sono poi diventati allenatori». Sarà una sfida aperta.

(Fonte: Corriere dello Sport)

 

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