Nel derby d’Italia ogni dettaglio può fare la differenza, e nel prossimo scontro all’Allianz non sarà diverso. Il dribbling, vero e proprio asso nella manica, diventerà l’elemento distintivo, come sottolinea La Gazzetta dello Sport.


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Juve-Inter, sfida di dribbling e modelli di gioco: Yildiz-Dimarco, numeri opposti
“Il gol di Timothy Weah nacque da un dribbling di Francisco Conceicao su Mkhitaryan nell'area piccola. Il figlio di Sergio puntò l’armeno, toccò la sfera un paio di volte e servì Weah” ricorda il quotidiano, riferendosi alla sfida d’andata giocata a San Siro.
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I dati rivelano due realtà tattiche ben distinte. La Juventus, con 638 dribbling in 24 partite, dimostra una predilezione per l’azione individuale e l’istinto. Solo l’Atalanta supera i bianconeri, totalizzando 647 azioni di uno contro uno. In netto contrasto, l’Inter si attesta sull’ultima posizione con 316 dribbling, sotto al Genoa (406) di 90 uno contro uno.
Tuttavia, il numero inferiore di dribbling per i nerazzurri non è un segnale negativo. Al contrario, la classifica li vede con 54 punti al secondo posto, mentre la Juventus si ferma a 43. La differenza sta nei modelli di gioco: la Juventus abbraccia l’arte dell’azzardo e dell’istinto, mentre l’Inter preferisce un approccio più misurato e organizzato.
Tra le fila della Juventus, spicca il talento di Kenan Yildiz, il cui numero impressionante di 121 duelli vinti rappresenta il fiore all’occhiello della squadra. Accanto a lui, altri nomi importanti emergono: Khephren Thuram (51 dribbling), Lautaro (41) e Dumfries (29). Insieme, questi tre giocatori raggiungono il contributo individuale di Yildiz, dimostrando la varietà e la profondità dell’attacco bianconero.
Un altro elemento da non trascurare è Francisco Conceicao, autore di 105 dribbling, che si posiziona davanti a giocatori come Cambiaso (50), Weah (41) e Khephren Thuram (35). Questi numeri evidenziano come la capacità di superare l’avversario in spazi ristretti possa rivelarsi determinante.
Dall’altra parte, l’Inter ha saputo sorprendere con scelte inaspettate. Nicola Zalewski, arrivato a gennaio dalla Roma, si conferma come il miglior dribblatore nerazzurro, con 52 azioni che, pur essendo meno numerose, hanno avuto un impatto decisivo – quasi tutte effettuate durante il derby, dove il suo assist è stato fondamentale. Un esempio lampante di come la qualità possa pesare più della quantità.
Particolarmente interessanti sono i numeri di Dimarco. Pur registrando appena 17 dribbling, il difensore si distingue per la sua capacità di creare opportunità pericolose: è infatti il migliore tra i difensori per ‘big chance’ create (10) e si posiziona al secondo posto per cross riusciti (41), per i cross tentati (141) e per i passaggi chiave (35). Numeri che lo vedono quasi al livello di attaccanti e che evidenziano la sua importanza nel sistema di gioco nerazzurro, dove anche la precisione in fase difensiva diventa un’arma offensiva.
Quello che emerge chiaramente è il contrasto nei modelli di gioco: mentre l’Inter si affida a un gioco basato su palleggio, manovre ben rodati e una difesa compatta, la Juventus punta sull’istinto, sull’estro e sulla capacità individuale di creare scompiglio.
“L’Inter si difende col palleggio e la manovra. Ha uno spartito rodato. La Juve, invece, a volte si affida all’istinto e all’estro. Sul tavolo dell'Allianz ci saranno carte diverse" conclude La Gazzetta dello Sport.
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