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16 gol un anno fa, 6 quest’anno: ecco perché Lautaro segna di meno. E Inzaghi…

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Lautaro, osservando i movimenti nello specifico, fa un lavoro sporco che porta frutti e benefici al resto della squadra
Matteo Pifferi Redattore 

"Un anno fa, dopo 15 giornate di campionato, Lautaro guardava tutti dall’alto con 14 centri. Oggi, invece, è fermo a 5. Anche in Champions aveva prodotto di più: 2 reti, contro l’unica di questa edizione. Il Toro attuale, però, non è lo stesso della scorsa stagione. E la condizione fisica c’entra relativamente". Apre così l'articolo del Corriere dello Sport in merito all'evoluzione di Lautaro Martinez anche in campo.

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In molti sottolineano che la condizione fisica non è la stessa, specialmente dopo una preparazione estiva complicata dopo la Copa America, arrivata tra l'altro dopo una stagione gloriosa ma estenuante come quella dell'anno scorso. Lautaro, però, osservando i movimenti nello specifico, fa un lavoro sporco che porta frutti e benefici al resto della squadra. "Insomma, non è così strano o casuale che Thuram segni di più. Il francese, infatti, invece di girare attorno al Toro, come una sorta di satellite, si propone costantemente in profondità, andando anche a occupare l’area avversaria. Di contro, il numero 10 accorcia, si propone come scarico per i compagni, lavora con le spalle alla porta e poi smista il pallone. Insomma, partecipa in maniera più significativa alla manovra, aprendo gli spazi per i compagni, piuttosto che andare a caccia della gloria personale. Segnerà anche meno, ma così tutta l’Inter segna di più. E segnano anche più compagni diversi", spiega il CorSport.


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"Intendiamoci, non è che Inzaghi voglia un Lautaro meno goleador. Al contrario, il primo a essere felice se tornasse alle medie dello scorso anno è proprio il tecnico piacentino. Che, peraltro, è convinto che accadrà presto. Semplicemente, da un lato magari ha qualche occasione in meno e, dall’altro, è meno lucido e “cattivo” a causa del tanto lavoro svolto in costruzione, nonché nei ripiegamenti difensivi", aggiunge il quotidiano. Rimane sorprendente, tuttavia, vedere Lautaro a secco da più di 40 giorni, ossia dal 6 novembre quando timbrò il cartellino contro il Venezia. "Tuttavia, lui per primo sembra soffrire meno il digiuno rispetto al passato. Si sente comunque utile e tutti i compagni glielo riconoscono. Ed è pure consapevole che, una volta ritrovato il gol, tutto potrebbe tornare come prima", chiosa Tuttosport.

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