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Tesoro in fascia
—In casa nerazzurra, però, vige anche una sorta di “democrazia”. Nel senso che, come naturale, l’attacco è il reparto più prolifico. E non potrebbe essere altrimenti, visto che lo scopo principale delle punte è proprio quello di fare gol. D’altra parte, però, la distribuzione delle reti è tutt'altro che sbilanciata. Là davanti, infatti, finora, hanno prodotto meno del 50% dei gol complessivi: 24 su 56, appena il 43%. Il dato, evidentemente, sarebbe ben diverso se le polveri di Lautaro non fossero diventate improvvisamente umide. Ma se il Toro, in zona-gol, non è così micidiale come nelle ultime stagioni, l’Inter non ne ha comunque sofferto. Grazie ad un Thuram sempre più bomber, ma grazie anche e soprattutto al contributo degli altri reparti.
Il centrocampo, tanto per cominciare, garantisce un tesoretto di ben 16 reti, quasi il 30% del totale. Del resto, tutti i componenti della mediana hanno il gol nei piedi e non solo. Calhanoglu è già arrivato a 6, dopo i 15 dello scorso anno. Ma i vari Barella, Frattesi, Zielinski, nonché Mkhitaryan e Asllani (a segno direttamente su corner contro l’Udinese in Coppa Italia), sono sempre pronti a capitalizzare ogni chance. Ancora di più gli esterni, però. Visto che il loro bottino, addirittura, è di 11 centri (20%), con Dumfries, appunto, ma anche Dimarco a fare la voce grossa. Vero che, attraverso i cross, sono i primi fornitori di assist, ma sono anche micidiali finalizzatori appena arriva il pallone giusto.
Aspettando Lautaro
—Viene da chiedersi, allora, dove sarebbe l’Inter se Lautaro avesse colpito come lo scorso anno. Di questi tempi, era a quota 17, contro i 7 attuali. In casa nerazzurra, sono tutti convinti che sia solo questione di tempo e che, a breve, tornerà ad essere implacabile. Nel frattempo, però, la raccomandazione di Inzaghi è quella di non forzare la giocata per consentirgli di tirare in porta. Contro l’Atalanta è accaduto in un paio di occasioni, gettando una chance migliore per segnare (vedi Taremi) e non chiudendo definitivamente i giochi. Sicuramente è l’ennesima dimostrazione del clima eccellente che si respira nello spogliatoio nerazzurro. Ma il bene della squadra viene comunque prima. E Lautaro è perfettamente capace di tornare a fare il Toro da solo. Magari già nella finale di Supercoppa”, si legge.
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