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Inter, in Supercoppa con un Lautaro ritrovato. A Riad caccia al trofeo e alla corona

Inter, in Supercoppa con un Lautaro ritrovato. A Riad caccia al trofeo e alla corona - immagine 1
L'argentino è ritornato al gol dopo una lunga assenza e ora non vuole fermarsi. Nel mirino c'è subito l'Atalanta
Andrea Della Sala Redattore 

L'Inter, dopo aver regolato la pratica Cagliai, è partita per Riad dove il 2 gennaio giocherà la semifinale di Supercoppa con l'Atalanta. Inzaghi arriva al primo trofeo stagionale con la squadra ai massimi giri e con un Lautaro in più. Il capitano è tornato al gol dopo un lungo periodo di astinenza.

"Nel ritorno dalla trasferta di A l’argentino tornato al gol era finalmente rilassato, placido come il mare di Cagliari: aveva l’animo di chi si è appena tolto dalle spalle uno zaino pieno di piombo. Ieri, invece, l’atmosfera in quota era più scanzonata, da scolaresca in gita. Ciò che conta tra i nerazzurri volanti, però, è che alla guida ci sia sempre lo stesso capoclasse, capitano anche quando c’è da fare gruppo dentro a un aereo. Era un riferimento per la compagnia quando le cose per lui si ingarbugliavano, partita dopo partita, e la porta si rimpiccioliva senza un perché. Lo è a maggior ragione adesso che l’incantesimo è stato definitivamente infranto. La rete alla Domus Arena ha avuto l’effetto di un tranquillante, ma è diventato subito dopo un ricostituente, in vista di un trofeo assai caro a Martinez. Non è un caso che l’ultima volta a Riad l’argentino abbia messo in valigia il premio come miglior giocatore della Supercoppa. Un anno fa esatto l’ha decisa lui contro il Napoli, dopo un match teso come le corde dell’Oud, lo strumento simbolo nella cultura araba", scrive La Gazzetta dello Sport.


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Nella classifica dei marcatori di Supercoppa davanti all’argentino c’è un connazionale, assiduo frequentatore del torneo ai tempi della Juve: Paulo Dybala è a quattro reti in sei diverse partecipazioni. A quota tre Lautaro non soffre di solitudine, seduto tra campioni senza tempo: è appaiato a Ale Del Piero, Samuel Eto’o, Andriy Shevchenko e Carlos Tevez. Soprattutto se andasse avanti oltre la Dea e arrivasse alla finale, Martinez avrebbe poi discrete possibilità di raggiungere l’attuale stella romanista, e magari superarlo pure. Va da sé che mai nessuno sia riuscito a realizzare almeno una rete in quattro edizioni diverse della Coppa, lo stesso Dybala si è fermato un passo prima.

Il Toro furioso lotta per la corona dei bomber del trofeo e per la storia, visto che con un successo l’Inter arriverebbe a otto Supercoppe, in vetta con la Juve. Ma, soprattutto, lotta per tornare definitivamente in sé. Saltato il tappo a Cagliari, punta a raccogliere reti con la media della passata a stagione: nel 2023-24, prima di presentarsi in Arabia, i gol erano 20 in 25 presenze, in questo più problematico 2024-25 si è fermato a 7 in 22 presenze. Da 0,8 a a partita ad appena 0,31, ma le attenuanti ci sono tutte: Martinez partecipa più di una volta alle rotazioni di Inzaghi e gli è comunque servito tempo per rimettersi in forma per davvero dopo una Coppa America, trionfante ma dispendiosa negli Usa. Da settimane la gamba è tornata quella di sempre, potente e scattante almeno secondo i dati di Appiano: anche per questo serviva solo un clic nella testa e, magari, un episodio fortunato o un tocco furbo come quello sardo. Prima della rete che ha rotto il digiuno di 624’ lo stesso Simone, fine conoscitore della psiche degli attaccanti, gli aveva ripetuto in tutte le salse di stare calmo e non farsi vincere dell’ossessione, sempre pericolosa in questi luoghi. Dopo la rete a Scuffet, invece, sono stati i compagni a prenderlo in giro com tono scanzonato: «Era ora...», gli ha detto più di qualcuno al ritorno dalla Sardegna.

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"Inzaghi, comunque, non ha mai aspettato messianicamente i gol del capitano e non lo fa neanche adesso. La sua non è una richiesta di pioggia nel deserto arabo, anche perché i nerazzurri riescono comunque a grandinare davanti. Piuttosto vuole che il capitano continui a dare l’esempio, come fatto durante il periodo grigio. Deve proseguire nella ricerca scientifica del compagno, anche a costo di perdere centralità nella zona più calda: se Thuram ha giocato 108 palloni in area avversaria, Martinez è infatti fermo a 71, anche se tenta comunque più conclusioni, 44 contro 42. L’argentino è pure il giocatore con il maggior numero di sponde andate a buon fine di tutta la Serie A (29) dopo l’ex gemello Lukaku (31). Il re di Supercoppa sarà pure spietato, soprattutto quando sbarca su suolo saudita, ma resta generoso, proprio come un capoclasse in gita", chiude il quotidiano.