C'è una grande differenza di atteggiamento, sotto gli occhi di tutti, tra l'Inter di campionato e l'Inter di Champions League. Ed è proprio su questo tema che Libero oggi si concentra nella sua edizione odierna: "In Champions League la prestazione c’è sempre stata. L’Inter ha giocato allo stesso modo contro il Manchester City e l’Arsenal così come contro il Monaco o lo Young Boys, dove pure non ha prodotto un buon calcio ma alla fine l’ha sfangata proprio per via dell’atteggiamento serio. Anche in Europa si sente forte, molto forte, così forte da poter alzare la coppa ma, a differenza del campionato, non si sente mai superiore. Di conseguenza gioca senza pensare che il risultato sia dovuto, mettendo in campo anche quella sana paura di perdere che poi la porta a vincere di misura (quattro vittorie su sei per 1-0).


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Libero: “Inter, è come se in Champions lo scudetto sul petto sparisse mentre in Serie A…”
È come se in Champions il tricolore cucito sul petto non ci fosse mentre in campionato fosse un virus che penetra attraverso la maglietta. L’Inter in Italia spesso si crogiola nel ricordo del dominio che ha imposto lo scorso anno e dimentica che questa è una stagione nuova, diversa, certamente più ricca di imprevisti e decisamente più faticosa anche per via del tempo che passa e, su una rosa vecchia come quella nerazzurra, pesa il doppio. Basta tenere il conto degli infortuni e dei giocatori a cui sono capitati - Acerbi, Arnautovic, Calhanoglu come pure Taremi, tutti over-30- e pensare che Mkhitaryan sia l’eterna eccezione alla regola è l’errore più grande che la dirigenza possa commettere la prossima estate.
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Il problema dell’Inter è che non riesce più a cogliere tutto il buono che i 29,3 anni della rosa (la più alta sia in serie A sia in Champions) possono offrire. Se l’esperienza si traduce spesso in superbia, allora è inutile. E se l’esperienza diventa ruggine, allora è perfino dannosa.
Questo si abbina alla tipologia di gioco che Inzaghi deve continuare ad applicare, avendo raggiunto una specie di apice ed essendo povero di alternative tecniche. Non si può smontare ora questo meccanismo, lo si poteva fare la scorsa estate e lo si dovrà fare la prossima. I nerazzurri spendono tanto per produrre la quantità di occasioni del primo tempo contro la Juventus e, se non le capitalizzano, poi ne pagano le conseguenze".
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