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Il Napoli arriva a San siro da primo della classe, Conte proverà a difendere il primato contro l’Inter. Lobotka recuperato ma dovrebbe partire in panchina.
Il Napoli che a Milano sfida l’Inter somiglia molto a quello delle ultime settimane, cambia poco, anzi nulla, almeno sino ad un venerdì nel quale le sensazioni di ritrovare Lobotka in campo sin dal fischio d’inizio vanno riducendosi seriamente: sta meglio, benino e non benone, e il sospetto che possa accomodarsi in panchina va prendendo forma. Ha ricominciato ad allenarsi in settimana ma Gilmour offre garanzie maggiori, sufficienti a ritenerlo il regista in una domenica speciale per chiunque.
E allora, spazio a quelli che Milano l’hanno già conquistata due settimane fa, e pazienza se poi sono stai sconfitti dall’Atalanta: è il calcio e squadra che perde - ma dopo aver vinto a San Siro - non si ritocca, non adesso, non subito, non per un match in cui servono certezze ed è vietato rischiare o azzardare. Rimane un altro allenamento, può essere pure decisivo per instillare qualche dubbio in un allenatore, per aprirgli un mondo nuovo, oppure per tranquillizzarlo: si procede con quegli undici che teoricamente sanno di 4-3-3 e che poi in partita si vedrà se trasformare in 5-4-1 o in 5-3-2 o in qualsiasi altra diavoleria venga ad Antonio Conte, abituato ad inventarsi alternative come già successo a Torino con la Juve. Quindi, Meret e davanti a lui Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno e Olivera; Anguissa, Gilmour, McTominay; Politano, Lukaku, Kvaratskhelia.
La Gazzetta dello Sport
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