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È stato bello vedere i suoi compagni e i suoi avversari , come fecero i giocatori della Nazionale danese, stringersi attorno a lui per sottrarre la vista del corpo sofferente di quel ragazzo alla spietatezza delle telecamere, dei droni, dei cellulari che tendono a non conoscere limiti, a non rispettare il dolore altrui. Ha fatto bene l’arbitro a non tergiversare, sospendendo subito la partita. Ha fatto bene il pubblico a sostenere con responsabilità ciò che le varie autorità hanno deciso e a far sentire al ragazzo il loro sincero conforto. L’esperienza sul campo di Firenze, come su tutti gli altri, a cominciare da quelli meno in vista, dovrebbe aver insegnato che sono luoghi in cui il gioco di ragazzi forti può tramutarsi talvolta nello smarrimento e nella disperazione. Il calcio è un gioco. Ma coinvolge il corpo di chi lo pratica, le sue emozioni, la passione di chi lo vive con sincera partecipazione. È bello come una farfalla, il football. Ma è pure delicato, proprio come una farfalla", si legge.
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