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Corriere, che attacco a Mancini: “Non ne è valsa la pena nonostante 50 mln”

Italia Mancini
Il giornale spiega perché non è possibile apprezzare la scelta dell'ex ct di lasciare l'Italia per andare in Arabia
Eva A. Provenzano Caporedattore 

Il Corriere della Sera dedica oggi un articolo a Roberto Mancini, ex allenatore dell'Inter, nonché ex ct dell'Italia e da poco anche ex ct dell'Arabia Saudita. Innanzitutto si sottolinea come il tecnico sia rientrato dalla sua esperienza guadagnando 50 mln dalla rescissione con la federazione. Il giornale scrive un articolo che titola: "Mancini in Arabia: perché non ne è valsa la pena (nonostante 50 milioni)". E parte da un particolare episodio.

Corriere, che attacco a Mancini: “Non ne è valsa la pena nonostante 50 mln”- immagine 2

"Dopo la sconfitta col Giappone a un cronista nipponico che cercava solo di capire come riuscisse a farsi pagare così tanto, pur facendo giocare così tanto male la sua Nazionale aveva risposto: «Vuoi vedere il mio conto in banca?». Il giornalista ha ovviamente incassato, mentre tutti gli altri cronisti sauditi hanno proprio chinato subito la testa, perché in Arabia Saudita i giornalisti hanno imparato che è meglio chinarla, e non fare domande (Mancini lo sa, qualcuno gliel’ha mai spiegato dov’è che ha lavorato? Lo sa che il principe della Corona saudita e primo ministro Mohammad bin Salman Al Sa’ud è accusato — anche da Amnesty International — d’essere il mandante dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi?)", si legge nell'articolo.


Due opzioni

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Il tecnico ora può decidere di restare lontano dal calcio per un po' e godersi la buonuscita ricevuta dalla sua ultima esperienza oppure succederà che tra qualche settimana magari un club gli proporrà una nuova esperienza: "Magari - in Italia, piuttosto che in Inghilterra, o in Spagna - penserà a Mancini (disastro mediorientale a parte, è comunque uno che si porta addosso un bel wikipedia di successi, compreso il trionfo azzurro di Londra). E Mancini dirà va bene, ci sono. Ma i tifosi?", si legge nello stesso articolo.

Ci si riferisce al fatto che i tifosi non possono innamorarsi di nuovo di un allenatore che ha lasciato la sua Nazionale a poche settimane dagli incontri che servivano per qualificarsi all'Europeo: "L’elegantone Mancini - quello che sta attento al nodo della sciarpa, non alla forma di un saluto - aveva solo sentito l’odore dei soldi. Che non bastano mai, si sa. E allora spiegacelo. Signore e signori, scusatemi: non resisto. Voglio diventare ricco sfondato e un’occasione così, capirete, non tornerà più. Avremmo capito, mister. Non ci sarebbe piaciuto, ci saremmo rimasti male lo stesso. Ma avremmo capito", continua il Corriere.

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E c'è una conclusione in cui si attacca Mancini per avere preteso di spiegare cos'è una diagonale ad aspiranti calciatori arabi e un attacco senza mezzi termini all'allenatore: "Mister, in confidenza, noi siamo gente da mutuo per capirci. Ma quando entra l'Italia sul prato e parte l'inno di Mameli noi giornalisti ci alziamo in piedi. La Nazionale è la Nazionale e quando vediamo Spalletti con gli occhi lucidi pensiamo che quello è un vero ct azzurro". Quando era Mancini il titolare di quella panchina, all'Italia il cuore era brillato per un Europeo vinto in maniera inattesa e bellissima e l'abbraccio con Vialli aveva commosso non solo gli italiani.

(Fonte: Corriere della Sera)