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TS – Botta e risposta Conte-Marotta, è lo scudetto dei veleni: ora la resa dei conti

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Tuttosport ripercorre quanto accaduto in questi mesi sull'asse Inter-Napoli e parla dei continui botta e risposta tra Conte e Marotta
Alessandro Cosattini Redattore 

Si avvicina la sfida scudetto del Maradona tra Napoli e Inter: Tuttosport ripercorre quanto accaduto in questi mesi sull'asse Milano-Napoli e parla in particolare dei continui botta e risposta tra Conte e Marotta.

"Atalanta (e Juventus) permettendo, sabato sera all’ora dell’aperitivo al Maradona andrà in scena la sfida scudetto fra Napoli e Inter, uno scudetto oggi più che mai dei veleni. Perché sono ormai tre mesi abbondanti che sull’asse Milano-Napoli si accendono discussioni - in particolare su episodi arbitrali pro-Inter -, vengono agitati gli animi, vengono inviati sospetti. Il tutto senza parlare dei casi ultras, inchieste federali e intromissioni di trasmissioni come "Report" e "Le Iene".


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Napoli-Inter dei veleni

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Molto arriva dal fronte campano, come a voler caricare di ulteriore pressione la squadra campione d’Italia. In fondo, che sarebbe stata una lunga sfida fra Antonio Conte e Simone Inzaghi lo si era capito bene la sera del 10 novembre, quando la sfida d’andata terminò 1-1 fra le polemiche. Quelle del tecnico salentino che esplose contro l’arbitraggio e soprattutto l’utilizzo del Var per il "rigorino" concesso all’Inter e poi sbagliato da Calhanoglu. Ma al di là della filippica sul Var, fu una frase di Conte a far intendere bene quale fosse la strategia dell’allenatore che a Milano ha vinto lo scudetto ’20-21 prima di abbandonare la nave di fronte alla “dieta dimagrante” prospettata da Suning che per costruirgli una squadra da scudetto fra l’estate 2019 e 2020 aveva speso più di 200 milioni (investimenti che, chiedere a Inzaghi, hanno pesato tanto nel bilancio nerazzurro negli anni a venire). Conte quella sera disse: «Se c'è un errore il Var deve intervenire. Così fa incazzare e si creano retropensieri». Frase che indispettì l’Inter, con il presidente Marotta che replicò poche ore dopo: «L’evocazione di Conte? È una persona intelligente e un grande comunicatore, sicuramente avrà il suo obiettivo quando parla. Detto ciò, per me era rigore». A quel punto da Los Angeles intervenne pure De Laurentiis: «Ho letto alcune dichiarazioni di Marotta, a mio avviso fuori luogo. Il rigore, a detta della stragrande maggioranza degli osservatori, non c’era».

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Botta e risposta

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Da quel momento è stato tutto un tirarsi la giacchetta e pungersi. Da Napoli sono stati spesso sottolineati gli errori arbitrali a favore dell’Inter - su tutti il gol del momentaneo 1-0 contro la Fiorentina del 10 febbraio arrivato su corner inesistente - e Conte ha continuato a gettare la palla nella metà campo di Inzaghi sul tema scudetto: «Il direttore (Marotta, ndr) può dire quello che vuole, ma penso che a fine anno se non dovesse essere l’Inter la vincente dello scudetto non sarebbe poi molto contento e non considererebbe la stagione una buona stagione». Conte anche domenica dopo il ko di Como ha ribadito come sia l’Inter la candidata al titolo, tant’è che «rispetto a loro siamo a meno uno, gli abbiamo recuperato 40 punti dall’anno scorso». E da ambiente napoletano sono arrivate nuove polemiche in primis sui social per la mancata ammonizione sabato sera di Mkhitaryan contro il Genoa, con l’armeno diffidato. Anche martedì sera si è alzato il grido della “Marotta League” dopo il gol di Arnautovic contro la Lazio per il fuorigioco di De Vrij, anche se dall’Aia ieri hanno fatto sapere di giudicare corretta la decisione dell’arbitro Fabbri e di Chiffi al Var per la lontananza del giocatore nerazzurro dal portiere Mandas e per la distanza e la traiettoria del tiro dell’austriaco.

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La posizione di Inzaghi

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E l’Inter? Inzaghi ha sempre stemperato, anche se prima della partita con la Juventus di dieci giorni fa è sbottato contro il “rumore dei nemici” di mourinhana memoria («se succede qualcosa contro l’Inter non se ne parla mai; a favore giorni e giorni di trasmissioni»); mentre Marotta è tornato anche pochi giorni fa a rispedire il pallone dalla «lepre» Conte: «La grande differenza tra noi e loro sono gli impegni: in 20 giorni noi avremo 7 partite, loro meno; credo che questa sia la grande differenza tra noi e Napoli». Come a dire, noi giochiamo su tre fronti, Conte può pensare solo all’amato scudetto. Ai prossimi veleni", si legge.

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