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Per il Toro l’ottavo trofeo con la maglia interista è sfumato sul più bello. Al termine del primo tempo sembrava essere sbocciata la situazione ideale, visto che con il gol del vantaggio era riuscito a spezzare un digiuno che durava da oltre due mesi. L’argentino ha rispolverato il sinistro micidiale, si è lasciato andare a una corsa liberatoria (con due dita a tappare le orecchie) proprio poche ore dopo aver confermato in conferenza di attraversare il momento peggiore della carriera. La gioia si è rivelata effimera, con l’aggravante per il centravanti di essere entrato nell’istantanea del 2-1 del Milan, saltando in qualche maniera sulla punizione di Theo Hernandez e coprendo anche la visuale di Sommer sul suo palo.
Adesso Lautaro, così come tutti i suoi compagni, dovrà trovare la forza di ripartire visto che per l’Inter tra il 12 e il 29 gennaio arriveranno 6 partite tra campionato (4) e Champions (2). Nella finale del Toro ci sono in tutto 5 conclusioni, ma soltanto 2 in porta, oltre a 43 tocchi di cui appena 9 in area di rigore avversaria. Una serata dal doppio volto, come racconta anche l’andamento del match, e che nemmeno l’ennesima rete contro il Milan è servita ad addolcire. Lautaro ha siglato 9 gol contro i rossoneri in tutte le competizioni, nel derby di Milano si piazza alle spalle di Meazza (12) e Nyers (11), ma avrebbe di gran lunga preferito alzare al cielo da capitano quel trofeo finito nelle mani dei cugini”, si legge.
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