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Sacchi: “Inter pronta per arrivare in fondo in Champions. Orgoglio italiano, un solo difetto”

Sacchi: “Inter pronta per arrivare in fondo in Champions. Orgoglio italiano, un solo difetto” - immagine 1
Della gara disputata dall'Inter e della vittoria ottenuta contro l'Arsenal ha parlato l'ex ct sulle pagine de La Gazzetta dello Sport
Andrea Della Sala Redattore 

Della gara disputata dall'Inter e della vittoria ottenuta contro l'Arsenal ha parlato l'ex ct Arrivo Sacchi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport

Questa Inter è pronta per arrivare fino in fondo in Champions League. Lo penso da inizio stagione, ma ieri sera, dopo la vittoria a San Siro sull’Arsenal, ne ho avuto la conferma. La squadra di Simone Inzaghi è matura, solida, forte in ogni reparto e ha in panchina elementi dello stesso livello rispetto ai titolari. Ciò significa che l’allenatore può operare un turnover ragionato ed efficace senza perdere qualità fisiche e tecniche. Certo, molti saranno gli ostacoli da qui al termine del torneo, però l’impressione è che i nerazzurri abbiano la forza per superarli. Contro l’Arsenal l’abilità dei ragazzi di Inzaghi è stata quella di capire immediatamente come si muovevano gli avversari. Una volta bloccati gli spazi agli inglesi, i nerazzurri hanno pensato a costruire la loro manovra e a rendersi pericolosi. Atteggiamento saggio che, in alcuni momenti del primo tempo, ha mandato in tilt l’Arsenal. L’Inter ha gestito bene il pallone in velocità, ha combattuto senza paura in mezzo al campo e, quando è andata un po’ in sofferenza, in particolare nella ripresa, ha dimostrato di saper reggere l’urto e di non crollare. L’esperienza di questa squadra è una garanzia che non va sottovalutata.


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Inzaghi ha a disposizione giocatori che hanno disputato tantissime partite internazionali, sanno come devono comportarsi a seconda delle situazioni che si creano sul campo, e possono giovarsi di una manovra che, disegnata molto bene dall’allenatore, è un valore aggiunto. L’Arsenal, che io definisco una squadra anglo-spagnola perché possiede il classico furore agonistico degli inglesi e le capacità tecniche e tattiche degli spagnoli (portate da un bravo allenatore come Arteta), ha cercato di dominare il campo, di mettere al tappeto l’Inter, di costringerla nella sua metà campo. Però non è riuscita nell’intento e ciò è testimonianza della crescita dei nerazzurri che, ormai, si comportano nelle sfide internazionali con il coraggio necessario. Non sono timidi, non si difendono a oltranza, ribattono colpo su colpo e, così facendo, mettono in mostra qualità notevoli. Per il calcio italiano dev’essere un orgoglio avere una squadra che disputa la Champions con questo stile. Mi è piaciuto molto il modo in cui, dopo aver recuperato il pallone, i ragazzi di Inzaghi sono usciti in velocità per andare ad attaccare l’avversario.

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Un segnale importante, è come dire: non mi fai paura, ci sono anch’io! Ecco, l’Inter, in questa Champions, non solo c’è, ma a mio avviso sarà protagonista fino alla fine. Se proprio devo trovare un piccolo difetto, ma davvero piccolo, è il seguente: manca ancora un po’ di pressing. Bisogna insistere - e sono certo che Inzaghi lo spiegherà alla squadra - nell’aggredire l’avversario, non lasciargli spazio. Così facendo aumenta la proprio autostima e diminuisce quella del rivale. E, in partite molto tirate come quelle di Champions, l’aspetto psicologico diventa fondamentale. Il successo, tutto sommato, e al netto del salvataggio di Bisseck su Havertz, mi sembra giusto. Ho apprezzato il lavoro di chi ha agito sulle fasce laterali: Dumfries, in particolare, quando parte è proprio incontenibile. E uno come Calhanoglu in mezzo al campo, anche se non era al massimo della condizione fisica, si fa sempre sentire.

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