Della sconfitta dell'Italia di ieri sera contro la Germania ha parlato l'ex ct della Nazionale Arrigo Sacchi a La Gazzetta dello Sport


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Sacchi: “Italia, giocatori da realtà diverse: alcuni a 3, altri a 4. Bene Barella e Tonali”
Non siamo usciti con le ossa rotte da San Siro, e ci poteva anche stare considerata la forza della Germania, ma una risposta deve rimanere chiara nella testa degli italiani: c’è tanto da lavorare per poter raggiungere altissimi livelli. Non lo dico per la sconfitta, sarebbe troppo semplice, ma perché ho visto che i meccanismi non funzionano perfettamente e la causa sta nel fatto che i ragazzi di Spalletti hanno avuto poco tempo per allenarsi assieme, per conoscersi, per imparare quei movimenti che stanno alla base del gioco che il commissario tecnico vuole far praticare.
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Il risultato mi sembra giusto, perché la Germania è stata superiore. Adesso vediamo che cosa succede nella sfida di ritorno domenica a Dortmund, però credo proprio che per passare il turno e arrivare in semifinale di Nations League serva una grandissima impresa. Non so se gli azzurri sono pronti per farla, e tutto sommato non è neanche giusto chiederla o addirittura pretenderla. L’Italia di Spalletti ha bisogno di tempo e di lavoro: nessuno fa i miracoli in pochi giorni. L’importante è che la gente stia vicino a questa Nazionale, ne accompagni la crescita e l’evoluzione senza accendere inutili polemiche e, nello stesso tempo, senza esaltarsi troppo quando le cose vanno bene. I grandi traguardi si raggiungono attraverso l’umiltà e lo spirito di sacrificio. Credo che, dopo il deludente Europeo, il commissario tecnico abbia fatto un buon percorso che ha portato l’Italia a giocarsela contro una delle squadre più forti del continente. I suoi giocatori lo seguono, alcune cose vanno migliorate, questo è evidente, ma alla base di tutto ci devono essere gli allenamenti. Questi ragazzi, non mi stancherò mai di ripeterlo, vengono da realtà diverse: uno, nel suo club, difende a tre, un altro a quattro; uno è abituato a un centrocampo propositivo, un altro è più conservativo. Difficile mettere assieme queste idee.
Sui due gol tedeschi si sono notate sbavature difensive sulle quali bisogna lavorare. Non è la prima volta che incassiamo gol da palla inattiva, che sia un calcio di punizione o un calcio d’angolo. Allora si deve correggere in fretta questo aspetto, così come si deve essere più attenti sui traversoni che dalle fasce piovono nel cuore dell’area di rigore. Mi sono piaciute le due mezzali, Barella e Tonali, mi è piaciuto l’impegno che i giocatori ci hanno messo, mai cercando di risparmiarsi come dev’essere quando s’indossa la maglia azzurra. Però, lo ripeto, ora la medicina dev’essere una sola: testa bassa e pedalare. Nel senso che, alla lunga, il lavoro paga e questa Italia deve lavorare ancora parecchio.
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