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Stadi, massima priorità. Piano definito da Abodi: due importanti novità per gli impianti

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Finalmente in Italia si muove qualcosa dal punto di vista delle infrastrutture sportive. Presto ci saranno importanti novità
Andrea Della Sala Redattore 

Finalmente in Italia si muove qualcosa dal punto di vista delle infrastrutture sportive. Presto ci saranno importanti novità per favorire la sistemazione e la costruzione di nuovi impianti in Italia.

"La priorità per il calcio italiano, a detta di tutti, è il problema stadi. Lo ha ribadito nei giorni scorsi il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, lo ha detto ovviamente il titolare del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, lo hanno fatto emergere nel loro documento sulla riforma del pallone i membri della Commissione Cultura e Sport del Senato e lo ha sottolineato più volte anche il presidente della Figc Gabriele Gravina. Abbiamo stadi fatiscenti, inadeguati al valore del nostro calcio, circostanza che va incidere inevitabilmente su diversi aspetti commerciali, indebolendo il settore. Gli utili da biglietteria prima di tutto, ma anche la vendita dei diritti tv. Perché nello spettacolo calcistico, anche la cornice può fare la differenza", sottolinea La Gazzetta dello Sport.


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"Il ministro Abodi, perfettamente consapevole del problema, si è messo subito al lavoro e nei mesi scorsi ha aperto un tavolo di incontri con diverse società. Alcune sono più avanti, come i club di Firenze, Cagliari, Bologna, Parma ed Empoli, ma ci sono anche Milano, Roma e Napoli. E poi, Palermo, Genova, Bari e Verona. Il piano d’emergenza di Abodi prevede l’imminente nomina di un commissario straordinario - si parla di giorni - con i sindaci come subcommissari, e la creazione di un fondo equity che investirà nei progetti-stadio, completando la configurazione di un portafoglio di opportunità, per contribuire a far fare finalmente un salto di qualità agli stadi della Serie A e delle altre leghe. L’idea è anche quella di riconoscere agli impianti lo status di “infrastrutture strategiche nazionali”. Il tutto con l’obiettivo di facilitare l’iter burocratico e attrarre possibilmente nuovi investitori. In un piano strategico nazionale, con una cabina di regia che coinvolga i ministeri di Sport, Infrastrutture e Finanze, che non si limiterà - come molti temono - a lavorare solo sulle strutture di Euro 2032, ma che coglierà questo slancio come un’opportunità per rivedere l’intero sistema".

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"Del resto anche la 7ª Commissione al Senato nel suo atto di indirizzo al Governo per la riforma del calcio ha dedicato lungo spazio al tema stadi. Si invita infatti l’Esecutivo «a favorire, nell’ambito delle proprie competenze, la cessione degli impianti pubblici, in particolar modo quelli di proprietà dei comuni, nei casi in cui l’ente locale non sia in grado di effettuare interventi manutentivi, di ammodernamento e di valorizzazione», ma anche «il processo di rinnovo delle concessioni degli impianti ubicati su terreni demaniali o comunali alle società e alle associazioni sportive dilettantistiche senza scopo di lucro che abbiano dimostrato una gestione virtuosa delle risorse pubbliche». E nello stesso documento si prevedono sgravi fiscali (ad esempio con la formula del tax credit) per chi investe nell’impiantistica. Insomma, anche su questo fronte l’impressione è che si stia passando davvero dalle parole ai fatti. Finalmente", aggiunge il quotidiano.

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