"L'artiglio del Diavolo pronto ad avvelenare la stagione dell’Inter. Non sarà Triplete, chissà mai che Mourinho non se la rida. Ma ora attenti agli “zero tituli”, con Roma e Barcellona già si intuirà qualcosa. L’Inter chiude la Coppa Italia avvelenata e ammaliata dalla vena del Milan che, se avesse giocato solo derby, forse ne avrebbe cavato una stagione più gloriosa e meno insipida (tre vittorie in due pareggi in stagione). Anzi, avrebbe salvato l’onore". Apre così l'articolo di Tuttosport in merito alla sconfitta dell'Inter nel derby di Coppa Italia.


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Tuttosport: “Inter avvelenata e stanca. Asllani e Taremi due fantasmi, Lautaro e Barella…”
"Al Milan è bastato il primo, e unico tiro, in porta per riprendere il discorso degli altri derby: in vantaggio in tre partite su quattro. Ma il calcio non perde mai colpo per mostrare la sua stravaganza o per essere ingannatore. L’Inter ha cominciato la partita mostrando la sua essenza di squadra. Il Milan pareva la solita banda di solisti, talvolta accozzaglia. Leao ridicolizzato dall’inflessibile compagnia di Bisseck. I centrocampisti affannati a tener botta contro avversari solidi. Inter pronta a infilare varchi sulle fasce: prima Darmian con un tiro maldestro, poi Dimarco con calcio sulla traversa. Affanno Milan e suonate senza mira dell’Inter. Che, poi, sulla distanza sono diventate cruccio, pena e punizione. Lautaro ha dato l’avviso che qualcosa non quadrava calciando maldestramente (destro alto) un pallone recapitato da Taremi. Un errore a cui Lautaro ha abituato anche in altre partite e, talvolta, i suoi errori sono stati determinanti", rimarca il quotidiano.
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Alla prima occasione, il Milan è passato in vantaggio con Jovic che, di testa, ha anticipato Darmian sul cross di Jimenez. "E l’Inter si è ritrovata a inseguire. Bisseck ha cominciato a sparare tiri, i compagni anche. A fine primo tempo 7 tiri nerazzurri contro 2 rossoneri dicevano tanto sulla mira sballata e sulle mancanze interiste, come Dimarco sulla fascia. E altrettanto raccontavano sul cinismo rossonero, qualità non proprio nelle corde di questa squadra. Ma evidentemente ieri sera la banda dei solisti aveva fatto un patto con il Diavolo: ovvero con se stessa. E Jovic è stato Diavolo travestito da centravanti. La dimostrazione, dopo pochi minuti della ripresa, quando ha toccato palla nell’area affollata per spedirla in rete. Si sono visti occhi sgranati: Milan avanti di due gol, come mai gli era accaduto negli altri derby. Situazione disperata per l’Inter, tanto da convincere Inzaghi a cambiare quattro uomini, togliendo fantasmi (Asllani e Taremi) e gente spremuta (Barella e Dimarco). A quel punto si sono fatti avanti i pensieri su campionato (la Roma domenica) e Champions (a Barcellona mercoledì). L’Inter non ha trovato accelerate d’autore. Non è bastato riaffidarsi a Calhanoglu. Lautaro ha continuato a ciccare tiri, De Vrij ha trovato la reattività di Maignan ad evitare il gol. Invece il Milan si è fidato alla vena di Reijnders, della lucidità di Jovic. Due tenori ad indicare la strada, e nessuno ha steccato più", la chiosa di Tuttosport.
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