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Spuntano nuove dichiarazioni di Simone Inzaghi e Hakan Calhanoglu alla Procura della Repubblica rilasciate il 9 ottobre in merito al caso Ultras. Le riporta oggi Il Fatto Quotidiano: "Inzaghi il 9 ottobre a domanda della Mobile: “Ha agito da intermediario con la società Inter (...) per le richieste di Marco Ferdico avanzate in tale conversazione telefonica?”. Risponde: “Sì, ricordo che dopo la telefonata, a tavola ne ho parlato con qualcuno della dirigenza (...) ero speranzoso del fatto che si sarebbe risolta positivamente la questione, poiché avevo bisogno dell’incitamento dei tifosi per vincere la finale a Istanbul (...). Ho inviato un messaggio a Marco Ferdico, dicendogli, che il mio l’avevo fatto”. Inzaghi conferma una intermediazione, già emersa in un’intercettazione tra lui e il capo ultrà Ferdico e nella quale il tema era quello dei pochi biglietti che la società aveva messo a disposizione per la curva in vista della finale di Champions in Turchia. Come andrà la trattativa è noto: i rubinetti si aprono e la Nord incassa oltre mille biglietti che frutteranno al triumvirato Ferdico-Bellocco-Beretta centinaia di migliaia di euro.
Otto giorni dopo tocca a Calhanoglu. Il centrocampista turco, negli uffici della Mobile, conferma i contatti con gli ultras nonostante “la società mi avesse informato che non potevo intrattenere rapporti di alcun tipo con i tifosi (…). Io l’ho fatto. Perché io sono una persona aperta, perché sono fatto così”. Da Marco Ferdico a Maurino Nepi al rampollo della ’ndrangheta Antonio Bellocco, Calhanoglu spiega contatti e incontri. Il campione interista: “Io ho incontrato Ferdico sette, otto volte, come ho già anticipato, presso il bar Don o presso il ristorante Zenzero per un aperitivo. Lui di solito veniva da solo, ma qualche volta è venuto con il padre, e una volta si è presentato con un ragazzo molto basso di statura, è la stessa persona che è sugli articoli di giornale, in quanto è la persona che è stata uccisa (...) Antonio Bellocco, preciso che ho memorizzato il suo nome dopo aver saputo dell’omicidio, ricordo che a uno di questi incontri è venuto anche un altro ragazzo, che loro chiamavano Ciak (Matteo Norrito, elemento del direttivo e coinvolto nell’indagine, ndr) so che era un ultrà (…). I contatti li tenevo principalmente con Marco”. Con Bellocco “non avevo rapporti (...) ma è capitato che quando Marco mi videochiamava ci fosse anche lui e spostava il cellulare inquadrando Bellocco e facendo vedere che lui era in compagnia di Bellocco. In quelle occasioni avveniva soltanto uno scambio di saluti e mi incitava al buon rendimento delle mie prestazioni sportive”.
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