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Vaciago contro Motta: “Fallito il primo obiettivo. Quando parla, dovrebbe ricordarsi che…”

Marco Astori Redattore 
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L'analisi del direttore di Tuttosport: "Motta ha fallito il primo obiettivo stagionale: gli ottavi di finale di Champions erano il confine tracciato nel budget della Juventus"

Tra le pagine dell'edizione odierna di Tuttosport, Guido Vaciago, direttore del quotidiano, ha analizzato così l'eliminazione della Juventus dalla Champions League e l'operato di Thiago Motta: "Motta ha fallito il primo obiettivo stagionale: gli ottavi di finale di Champions erano il confine tracciato nel budget della Juventus, anche e soprattutto per ragioni economiche. E gli ottavi di finale sono stati mancati contro una squadra non irresistibile, nel complesso tecnicamente inferiore alla Juventus, ma forse più smaliziata e pronta a certe sfide. Il Psv era battibile e la Juve doveva batterlo, si è invece complicata la vita fin dalla partita di andata e termina in modo inglorioso il cammino in Champions League. Ed è un peccato, perché questa, giovane, in fase di transizione, con tante giustificazioni, resta la Juventus e Motta dovrebbe ricordarselo anche quando parla, senza difendere quello che, per esempio, il suo capitano non difende.

Si è a lungo discusso nel corso degli ultimi mesi del grande credito di cui godeva e gode Thiago Motta (d’altronde tra una partita e l’altra si può solo parlare): chiacchiere sostanzialmente inutili perché il destino dell’allenatore lo decidono solo i risultati. E ieri uno dei compiti che gli era stato affidato non è stato portato a termine. E questo peserà nel giudizio finale sul suo operato. Anche perché non è stato eliminato contro il Real Madrid per un rigore che non c’era all’ultimo minuto, ma contro il Psv e dopo una serie di errori evitabili. Ora, per tenersi la Juventus, a Motta rimangono il quarto posto e la Coppa Italia, ma in campionato si è giocato già molti bonus e i margini di errore si sono ridotti al minimo. Peccato, la vittoria contro l’Inter aveva alimentato un positivo entusiasmo e una incoraggiante convinzione nella squadra.

Ma i limiti di questa Juve restano sempre gli stessi e, d’altronde, Motta non poteva illudersi di averli superati con le quattro vittorie consecutive delle ultime settimane. Li abbiamo raccontati tante volte: una squadra giovane e inesperta, cui manca lo spessore caratteriale per gestire situazioni difficili come una sfida a eliminazione diretta di Champions. Serve la conoscenza di chi ci è passato e la personalità resistente alle tensioni: né l’una né l’altra fanno parte del bagaglio della rosa bianconera. Lo si sapeva a inizio stagione, non intervenire è stato un rischio calcolato da chi ha dovuto far quadrare le esigenze tecniche e anche i conti, se è stato calcolato male lo si valuterà a fine stagione, intanto sfumano 11 milioni che servivano. Manca, di sicuro, l’apporto di Thiago Motta, ieri apparso inerme e che invece dovrebbe aiutare i suoi ragazzi, infondendo loro la sicurezza necessaria.

Anzi, i cambi sono parsi cervellotici e con il tempismo sbagliato: dopo il gol di Weah che aveva ridato speranze alla Juventus, forse cambiare subito i giocatori più stanchi avrebbe facilitato il controllo della partita che, in quel preciso momento, andava spenta, addormentata e controllata per spegnere l’ardore olandese. Insomma non scopriamo a Eindhoven i difetti di fabbrica della Juventus di Thiago Motta, ma ora ne certifichiamo i primi effetti veramente negativi. Restano, ultimi, i pensieri ricorrenti di questi primi sette mesi: del materiale con il quale costruire c’è, qualcosa è stato anche costruito (meno di quanto si potesse), per cui lasciare spazio allo sconforto del “tutto da rifare” sarebbe un errore. Certo c’è moltissimo da correggere e serve tantissimo lavoro per far crescere qualcosa".