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Vernazza: “A Bergamo non possono più nascondersi. Lecito chiedersi chi sia l’anti-Atalanta”

Vernazza: “A Bergamo non possono più nascondersi. Lecito chiedersi chi sia l’anti-Atalanta” - immagine 1
Il giornalista, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato della scalata dell'Atalanta e della lotta scudetto
Andrea Della Sala Redattore 

Il giornalista, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza ha parlato della scalata dell'Atalanta e della lotta scudetto:

L’Atalanta ha vinto una partita tortuosa, piena di su e giù nel risultato, un match che forse nella scorsa stagione avrebbe pareggiato, se non perso. E un giocatore è stato più risolutivo del gioco, è questa la novità. Magnifico il secondo gol di Charles De Ketelaere, un assolo palla al piede, da destra a sinistra, fino al tiro piazzato, con misura e precisione. L’ennesima dimostrazione di come al Milan non abbiano capito nulla di De Ketelaere. Il suo talento era evidente, il grande giocatore si distingue da come stoppa e tocca la palla, e il belga sui fondamentali luccicava anche nelle difficoltà . Al Milan si sono fermati alla superficie di errori troppo grandi e pacchiani per essere presi sul serio, tipo un gol sbagliato a Monza davanti alla porta. De Ketelaere andava aspettato, compreso e riprogrammato. Quel che ha fatto Gian Piero Gasperini a Bergamo.


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L’Atalanta si è ripresa la testa della classifica, due punti sopra il Napoli. Undicesima vittoria consecutiva in campionato, come l’Inter nel 2020-21 e il Napoli nel 2022-23, squadre che hanno poi vinto lo scudetto. A Bergamo non possono più nascondersi né divertirsi con le parole. Sono in corsa per il triangolino tricolore come mai era successo. In passato ci si interrogava sulla possibilità che l’Atalanta vincesse lo scudetto, oggi siamo nel cerchio superiore della probabilità. La squadra è più matura e consapevole, e ha un’autostima che le permette di governare le difficoltà come ieri contro l’Empoli. Il gioco è preciso e definito, non soffoca mai i giocatori, ma ne moltiplica le potenzialità. È uno stato di fusione in cui gli interessi individuali e collettivi si sommano e non confliggono. Lo stesso Gasperini ha capito di aver preso il vento giusto. Durante le interviste si è rifugiato nella battuta sui 40 punti raggiunti e sul premio salvezza al sicuro, ma gli ridevano gli occhi, pensava ad altro.

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Oggi è lecito chiedersi chi sia l’anti-Atalanta. Il Napoli non meritava i tre punti contro il Genoa, ma se li è presi, segno che il “contismo” ha attecchito. L’Inter gioca stasera a San Siro contro il Como, e a meno di sorprese non escludibili - il Como a fine settembre ha vinto a Bergamo contro l’Atalanta -, i campioni d’Italia riguadagneranno il terzo posto in solitaria, un gradino sotto il Napoli e con l’asterisco della partita da recuperare contro la Fiorentina. L’Atalanta è mossa dall’euforia e dai fremiti della prima volta, di qualcosa mai provato. Il Napoli è allenato da Antonio Conte il cacciatore di scudetti: da tecnico ne ha vinti cinque, inclusa una Premier con il Chelsea. Conte sa come si fa. L’Inter è la più strutturata ed esperta.