news

Visnadi: “Lautaro anonimo e troppe proteste. Viene da chiedersi se…”

Matteo Pifferi Redattore 
"Nel Napoli pare un centroboa stile pallanuoto piuttosto che un pivot del basket", commenta Visnadi su Lukaku

Gianni Visnadi, intervenuto su il Giornale, ha commentato così Inter-Napoli, finita 1-1:

"L’ultimo è sempre il più importante, ma questo lo era davvero: valeva sorpasso e primato e invece dopo 19 rigori calciati e sempre segnati con la maglia dell’Inter, Hakan Calhanoglu sbatte sul palo le speranze di Inzaghi, di uno stadio e di un popolo incredulo. Molti sono bravi e lui lo è, ma nessuno è infallibile, e del resto lo stesso Calha dal dischetto aveva già sbagliato nemmeno un mese fa, in Nazionale (5 gli errori in carriera, 2 con la Turchia e 3 col Leverkusen). In Italia mai, nemmeno col Milan. È l’inedito che costa il primato all’Inter, capita. Ci saranno altre occasioni. E dire che sembrava la sua notte, già aveva segnato la sventola del pareggio, qualche istante prima del riposo. C’era tutto per la copertina dell’eroe, invece alla fine restano i rimpianti, che classifica non fanno. Un pareggio al fosforo, questione di cervello più che di muscoli"

"Aspetti i bomber e invece spuntano i registi. Calha dopo McTominay; uno a uno e palla al centro, anzi tutti a casa. C’era una volta la LuLa, sappiamo com’è finita. Ieri fratelli di Inter, oggi nemmeno si parlano. Solito saluto stiracchiato in mezzo al campo, poi l’eclissi è pressoché totale per entrambi. Per Lukaku tanti insulti, molti fischi, qualche calcio dall’ex amico Acerbi e pochi palloni veramente buoni da giocare. Il migliore glielo dà per sbaglio proprio Calhanoglu, verso la fine del primo tempo e col Napoli già avanti di un gol. Acerbi salva tutto e tutti in scivolata su Kvara: Inzaghi dal 2-0, il turco dall’errore clamoroso e il pubblico interista dalla beffa più tremenda. Nell’Inter di Conte, Lukaku era la freccia che lanciava il contropiede e squarciava le difese. Nel Napoli pare un centroboa stile pallanuoto piuttosto che un pivot del basket, spalle sempre o quasi alla porta, difficile girarsi e ripartire".

"Potrà sembrare strano, ma è come se proprio il suo maestro non riuscisse a sfruttare le sue doti. Oppure no, forse è lui che quello spunto ormai ha smarrito. Esce a testa alta, sceglie di prendersi in faccia anche l’ultimo coro di insulti. Per Lautaro un’altra serata come tante in questa stagione, un’altra partita a lungo anonima, un tiraccio alto a metà del primo tempo, qualche corsa, molto meno efficaci di un anno fa, e tante proteste, di quelle che non fanno grande onore a un capitano. Finora va così, e non sembra nemmeno che i gol tanto attesi e infine arrivati (l’ultimo, decisivo col Venezia) siano serviti a sbloccarlo, come sempre si dice di un bomber prima a digiuno. A vedere il Lautaro di quest’anno, c’è qualcuno che può immaginare si sia appena lamentato per essere finito dietro Haaland e Mbappé nella classifica del Pallone d’Oro?"