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Erano i tempi della semifinale di Champions contro il Barcellona. Erano i tempi di José Mourinho. Parlavano di 'remuntada', dicevano di 'voler lasciarci la pelle'. L'Inter aveva vinto a Milano per tre a uno. A Barcellona i nerazzurri erano attesi da una partita infernale. E le attese non furono deluse. Solo un muro fatto di grinta e cuore rapì gli alieni e fermo il desiderio di rimonta degli spagnoli.
Una frase pronunciata dallo Special One aiutò gli interisti a non avere nessuna paura: "La Champions per noi è un sogno, per loro è un'ossessione".
Da un anno ormai Josè da Setubal ha iniziato una nuova vita, ma non ha perso le sue frasi ad effetto: le ha portate con sè e le insegna ai suoi collaboratori. Pure Karanka, il suo secondo, lo sa e lo spiega ai giornalisti in conferenza stampa: "Il Real, in più di cento anni di storia, di Champions ne ha vinte nove. E' un titolo molto importante e l'anno scorso siamo riusciti a sfiorarlo. Continuiamo a lavorare per questo, per raggiungerla. Ma per noi deve essere un obiettivo, non un'ossessione".
Perché - gli interisti lo hanno imparato proprio grazie al portoghese che oggi allena la squadra spagnola - le ossessioni ti inseguono, gli obiettivi si raggiungono. E quando sono sogni, a volte, si avverano.
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