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parola al tifoso
Nel raccontare come si vive la passione per l’Inter dalla Germania e dall’estero, bisogna prima di tutto ricordare come siano cambiati i tempi per noi interisti negli ultimi anni. In questi sette anni in Germania e spesso in giro per il mondo (lavoro o vacanze che fossero) ho potuto davvero assaporare ogni tipo di emozione che un tifoso può provare in tutta una vita, ma d’altra parte, l’Inter non viene definita pazza anche per questo ?
Così posso raccontare di una delle prime partite viste a Stoccarda, insieme ad altri amici italiani, con l’Inter (anzi Inter Mailand come si dice in Germania) uscire nel 2003 da una drammatica semifinale di Champions’ contro il Milan, quando i sogni della tanto agognata finale si infransero senza nemmeno perdere, ma solo per la differenza nelle reti segnate in trasferta.Con questa partita, arrivata quasi un anno dopo il 5 maggio, si poteva spiegare molto bene l’attaccamento alla squadra nei momenti difficili, quando vincere sembrava un’utopia, un qualcosa che si spostava continuamente senza poterlo raggiungere.
I tifosi tedeschi sono molto fedeli e legati alle proprie squadre (basti pensare che squadre di media classifica della Bundesliga registrano spesso il tutto esaurito) e quindi questo nostro non mollare mai non era poi così difficile da spiegare. Molto più difficile, se non impossibile, da far capire furono Calciopoli, gli scandali, i personaggi e le storie venute alla luce, capaci di dare un senso anche ai tanti anni bui a cui accennavo prima. Questo tipo di scandali è molto lontano dalla cultura sportiva tedesca, soprattutto perché quando qui succede qualcosa, le punizioni sono esemplari. Insomma, per essere chiari, difficilmente in Germania le squadre coinvolte in Calciopoli sarebbero ripartite da una categoria superiore a quella dei dilettanti.
Poi negli ultimi anni le gioie, le soddisfazioni e le vittorie … Ho visto l’Inter nei posti più strani vincere, pareggiare e (poche volte per fortuna) perdere. Quando non posso essere a San Siro, in qualche modo riuscire a seguire la partita negli angoli più disparati rende il tutto ancora più affascinante. Ho visto l’Inter pareggiare nel gelo di gennaio di Milano contro il Cagliari mentre ero aile Mauritius alle 2 di notte con 35 gradi, la vittoria a Londra contro il Chelsea in un pub turco ad Istanbul e il 4-0 contro il Milan a Cipro grazie ad Al Jazeera Sport in un pub inglese, ma indimenticabile rimane il ritorno della semifinale di Champions’ di quest’anno contro il Barcellona. Il destino ha voluto che proprio nella serata della partita contro i catalani dovessi incontrare un collega di Barcellona a Duesseldorf per un meeting il giorno successivo. Praticamente in silenzio per 90 minuti di sofferenza nel guardare la partita, al fischio finale una gioia infinita. Per la finale invece, aereo per Milano, destinazione Arena Civica ed incontro con i tanti tifosi tedeschi in partenza per Madrid, da cui fortunatamente non tornarono vincitori.
Insomma, la distanza non ferma la passione e anche all’estero mi trovo a spiegare spesso a colleghi ed amici cosa rappresenta l’Inter, le sue storie ed i protagonisti, mai banali e ricchi di fascino come solo i nostri colori sanno essere.
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