parola al tifoso

ANCORA INNAMORATI DI MOU…

Sabine Bertagna

Una normalissima e banale dichiarazione pronunciata in veste di allenatore di una squadra avversaria si è dimostrata sufficiente a riportare Mou al centro delle notizie italiane. A ridargli l’attenzione maniacale di cui aveva goduto nel...

Una normalissima e banale dichiarazione pronunciata in veste di allenatore di una squadra avversaria si è dimostrata sufficiente a riportare Mou al centro delle notizie italiane. A ridargli l'attenzione maniacale di cui aveva goduto nel corso dei due anni trascorsi all'Inter. E adesso a guardarlo in cagnesco c'è anche una parte di tifosi interisti. Che tra i denti digrigna frasi come "già, era lui quello forte, mica l'Inter, eh?". Contestualizzando quanto dichiarato da Mou (nessuno riuscirà ad offuscare quanto quest'uomo ha fatto, nessuno) non possiamo ignorare l'analisi realista. Riavvolgiamo il nastro e pensiamo ai minuti precedenti alla semifinale Inter-Barca. E ancora una volta a quelli eterni della sfida di ritorno a Barcellona. Eravamo tutti convinti che la squadra più forte fosse la nostra? Adesso è facile parlare. Ma se la Gazza dopo la nostra vittoria aveva intitolato "I MARZIANI SIAMO NOI" forse un motivo c'era. Siamo stati i più grandi e i più forti esattamente quando ci è stato richiesto. Non un minuto prima, non un minuto dopo. Non a parole, ma sul campo. Vincendo prima di tutto una guerra di nervi. Purtroppo nessuno di noi era pronto per elaborare l'abbandono di uno come Mourinho. Per un pò le emozioni dei tre tituli uniti alla consapevolezza di avere scritto una pagina leggendaria nella storia del calcio, ci hanno distratto. Negli occhi avevamo ancora gli abbracci nerazzurri sotto la curva a Madrid. La doppietta del Principe. La coppa, quella coppa che mancava da lustri. Non c'era un modo per andarsene con più tatto e Josè, che è meno calcolatore di quanto si dica, se ne è semplicemente andato. Con gli occhi lucidi e commossi come mai gli era capitato finora. Ma soprattutto senza ipocrisie. Anche questa volta aveva ragione lui. Non eravamo la squadra più forte. Forse no. Ma eravamo un gruppo fantastico disposto ad ottenere qualsiasi cosa. Ripartiamo da qui. Dal gruppo fantastico. E da una banalissima dichiarazione di un ex-allenatore...(purtroppo)