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parola al tifoso
Terra! Il cielo nerazzurro stellato sopra la testa e l'Inter dentro di noi. Il mare in tempesta è alle spalle. L'azzurro è tornato. E sull'isola che non c'era, ma che adesso c'è, c'è posto proprio per tutti. Per chi ha guidato questa nave gigantesca e si chiama Javier Zanetti: vi basta uno Zanichelli intero per dire tutto su di lui? A me no. Per Cambiasso che ha diretto l'orchestra. Per Lucio, Samuel, Maicon, Materazzi, Cordoba, Chivu che hanno costruito, in coperta e sul ponte, mura di cemento per restare a galla in mezzo agli iceberg. Per Julio Cesar e per ogni onda che è riuscito a fermare. Per Stankovic, Motta e Pandev che hanno tenuto botta, per Eto'o campione assoluto e capace di insegnare a tutti cos'è una squadra, per Sneijder che ha dipinto le stelle in cielo quando c'era da coprire le nuvole, per Balotelli che dicevano "rema contro", ma invece…, per il principe Diego Milito e la sua umiltà straordinaria (Ma come accidenti abbiamo fatto a non accorgerci prima di lui?). Per Josè Mourinho capace come nessuno negli ultimi 45 anni di dare all'Inter quello che era dell'Inter, le basi e le pagine da riempire per scrivere un'altra leggenda. E se uno come lui si commuove fino alle lacrime allora vuol dire che l'Inter è proprio una cosa straordinaria. Per Moratti e la sua famiglia, per quel filo che lega lui a suo papà Angelo. Per chi questi due colori se li è portati dietro in paradiso: Giacinto e Peppino. Per chi questa mattina si è svegliato CAMPIONE D'ITALIA e per qualche strano motivo ancora non ci crede. Per quelli che considerano la Beneamata un gioco e per chi quel gioco lo considera uno specchio che riflette una vita intera. Per chi quando l'Inter cade vorrebbe sollevarla, ma poi si accorge che è l'Inter che risolleva, che ricorda che a giorni difficili seguono giorni meravigliosi, che anche i cinque maggio svaniscono, che il tempo dà sempre una seconda possibilità . Per chi si lascia guidare da quei due colori meravigliosi e li ama come si ama una sola volta nella vita, in maniera netta, assoluta, definitiva. Per chi ha lasciato che una squadra di calcio diventasse il centro del suo mondo perché nel suo mondo niente e nessuno è come l'Inter. Un modo di essere, uno stile di vita, una passione che resta uguale e ogni volta è diversa, una certezza, nelle sconfitte, nelle vittorie. Un anno così sarà sempre tra le cose da ricordare. Le migliaia di persone che ieri si sono riversate nelle strade di Milano (e non solo) per festeggiare lo hanno sentito: questa stagione vinta, sofferta, strameritata, vale più di molte altre perché all'orizzonte stavolta non ci sono rimpianti, non ci sono macchie, non c'è proprio nulla da contestare. All'orizzonte s'intravede la LUNA (e ha due grandi orecchie). Sabato, a Madrid, proveremo a prenderla IN PIENO.
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