parola al tifoso

Calciopoli, non è l’ultimo atto

PAROLA AL TIFOSO ENRICO MARINELLI Sul tema questa gentile redazione ha ospitato altre volte miei interventi. Non scrivo per esprimere trionfalismi fuori luogo sulla sentenza di Napoli (non mi interessa esultare per le disavventure giudiziarie...

Alessandro De Felice

PAROLA AL TIFOSO ENRICO MARINELLI

Sul tema questa gentile redazione ha ospitato altre volte miei interventi.Non scrivo per esprimere trionfalismi fuori luogo sulla sentenza di Napoli (non mi interessa esultare per le disavventure giudiziarie altrui), ma per rilevare come l’esito del processo penale di primo grado sia stato importante perché ha rimesso nuovamente gli imputati veri - non quelli fittiziamente creati dalla stampa - sulla difensiva: dovranno pensare ancora a discolparsi piuttosto che ad accusare gli altri. E abbia infilato un cuneo tra Moggi e la Juventus creando una frattura a questo punto irrimediabile (Calciopoli è tornata ad essere fondamentalmente Moggiopoli).Questa esigenza di discolpa si tradurrà in un cambio di linea che finalmente terrà fuori le altre società (ed in primo luogo l’Inter) dalle polemiche ? C’è da scommettere sul contrario.Ci sarà solo una correzione di strategia, che è già delineata. Essa si baserà sul teorema – questo sì un teorema – che l’Inter paranoica e ansiosa di protezione si agitava tanto e spiava la più abile e capace Juventus per carpirne i segreti gestionali per usarli a proprio vantaggio. Pertanto tutte le manovre della dirigenza pro tempore - Moggi e Girando - erano finalizzate a DIFENDERSI da questa indebita attività degli avversari. E non a caso la presidenza juventina, dopo l’ennesima giravolta strategica seguita al giubilo manifestato in aula dal legale della società, continua a rivendicare parità di trattamento, come se vi fosse stata realmente parità di condotta.Per questo si cercherà di utilizzare il processo civile promosso da De Santis (e Bergamo) nei confronti di Telecom (Security) e si cercherà di condizionare per questa via il processo di appello.La stampa amica (es. Piero Ostellino, notevole giornalista quando non scrive di Calciopoli) e quella bastian contraria per puro narcisismo (es. Oliviero Beha) daranno una mano.In questo contesto non si trascurerà certo di recuperare i contenuti della relazione Palazzi: peccato che l’eccesso di zelo di una  Procura federale preoccupata di liberarsi dall’accusa di inerzia abbia – certo, non deliberatamente ma alquanto incautamente - consegnato nelle mani di soggetti definitivamente condannati dalla giustizia sportiva gli argomenti che consentivano di provare ad inficiare proprio la legittimità del giudicato sportivo. E questo sebbene la stessa relazione Palazzi contenesse l’avvertenza che quello ivi contenuto era solo il convincimento della Procura, che non era stato condiviso fino in fondo dai giudici sportivi, se non per la posizione della Juve (non per quella delle altre società, nessuna delle quali aveva per essi meritato la serie B). Una maggiore attenzione al rischio di strumentalizzazione - lo dico con rispetto per la istituzione sportiva, che è sempre comunque dovuto – non avrebbe guastato.Insomma, il rompete le righe è ancora lontano e su questo fronte dovremo attenderci ancora colpi bassi, tentativi di depistaggio, ulteriori campagne mediatiche.Mi sento comunque di approvare il basso profilo scelto dal presidente Moratti, teso a mio parere a marcare ancora una volta il sentimento di estraneità del club Inter alla vicenda Calciopoli.Quando tutto questo sarà finito (purtroppo non tanto presto), ci aspettiamo che qualcuno cominci a mettere davvero il dito sulla piaga, ovvero domandarsi se nel decennio antecedente al 2006 (1995-2005) ci siano state nel calcio italiano reali condizioni di regolarità nello svolgimento delle competizioni.