parola al tifoso

Chi prende l’Inter, dove ti porti e poi dì soprattutto ‘Porqué’?

Tifosi (ossessionati, innamorati), esperti (ma di che?), turisti (per caso) riparati sotto l’ombrellone a coprirsi dal primo – ancora pallido – sole dell’estate 2011. Tutti uniti da una sola domanda esistenziale: “Chi prende l’Inter...

Eva A. Provenzano

Tifosi (ossessionati, innamorati), esperti (ma di che?), turisti (per caso) riparati sotto l’ombrellone a coprirsi dal primo – ancora pallido – sole dell’estate 2011. Tutti uniti da una sola domanda esistenziale: “Chi prende l’Inter quest’anno?”.

Il mercato da zero acquisti del 2010 ha lasciato tutti (o quasi) sbigottiti e gli interisti, colti contropiede da quella novità, si sono abbarbicati, senza protestare, a quella tripletta ‘Eccezziunale veramente’.

Ad un certo punto, pur rimaneggiati, infortunati, oltraggiati ci siamo ritrovati a credere in una rimonta, mai riuscita, ma inseguita. Solo con quelle motivazioni che i ben pensanti credevano non sarebbero mai esistite. Ci sono voluti anni per arrivare in cima. Li dove volevamo essere. Dove ci meritiamo d’essere.

TRAFFICO NELL'ANIMA NERAZZURRA - Da giorni ci confrontiamo con i dubbi che il mercato solleva. Sneijder che non sa ancora dire cosa vuole dal suo futuro, Maicon in bilico (da più di un anno) tra i colori nerazzurri e Mourinho. Ricordi che fanno sorridere, ma a cui dovremo rinunciare, per un motivo o per un altro. Almeno così dicono. Sogni che ci aiutano a guardare verso l’orizzonte: Sanchez, per esempio. Campioni come lui sono irraggiungibili, ma attesissimi.

LEO DOVE TI PORTI?- Ma la panchina traballante no, non l’avevamo considerata. I segnali che arrivano dai media dicono che sarebbe tutto di nuovo in discussione, come un anno fa quando in quella splendida serata di Madrid ci siamo ritrovati orfani e non potevamo crederci. Sta succedendo ancora, la Francia ha chiamato Leonardo. Certo ci sono le dovute proporzioni da tenere in conto, ma forse – smentite a parte – potrebbe essere tutto vero: il brasiliano ci lascerà. L’ex milanista, che abbiamo difeso pure da noi stessi potrebbe decidere di tornare sui suoi passi e di risedersi dietro ad una scrivania. Proprio mentre avevamo imparato a raccontarci: “Vuole fare l’allenatore”. Dopotutto ne era convinto pure lui e noi avevamo cominciato a considerarlo ‘nostro’.

MA PERCHE'? - Succede ogni volta e non ha senso neanche chiedersi ‘Porque’. L’Inter è così: fulmini e saette e il cielo nerazzurro si spacca, proprio nel momento in cui tutto sembra immobile. Mentre qualcuno aveva già cominciato a lamentarsi: “Ma noi stiamo a guardare?”, tutto si è complicato. E che matassa! E’ il destino degli interisti, chiamati camminare su quel benedetto (unico, insostituibile) filo, sempre in bilico fino al novantunesimo. O fino al 31 agosto.