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parola al tifoso
DI GIORGIA MELISSA PORLIODL'araba fenice e' un uccello mitologico noto per la capacità di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Che cosa accomuna la nostra Inter e questa creatura fantastica? Principalmente le ceneri.L'Internazionale di Milano dopo aver vinto tutto quello che c'era da vincere e riportato in bacheca trofei che mancavano dalla bellezza di 45 anni, si è ritrovata sotto un pesante cumulo di macerie. Infatti se fino a due anni fa si parlava dell'Inter dei record, che resisteva ai marziani del Barcellona per 68 minuti, che vinceva 5 scudetti consecutivi, che portava in Italia l'iberico 'Triplete', ora si parla piuttosto dell'Inter della crisi nera, anzi, nerazzurra.I record ci sono anche questa volta, ma purtroppo, tutt'altro che positivi : dopo 24 giornate di campionato la formazione interista ha subito Venerdì sera il suo decimo ko, evento accaduto fino ad oggi una sola volta nella lunga storia nerazzurra nella serie A su girone unico, nella stagione 1946/47, conclusa con un anonimo decimo posto finale e 15 sconfitte alla fine delle 38 giornate. Cinque (numero caro a noi interisti) le partite perse in queste ultime giornate, 13 i goal subiti in 450' e 290 i minuti passati dall'ultimo pallone che i nostri hanno mandato in rete. Alla vigilia del ritorno in Europa e ripensando alle ultime partite, ad Appiano Gentile e dintorni si e' rovesciato il mondo: di chi e' la colpa? I sostenitori nerazzurri invitano quelli che erano considerati gli eroi del Derby e delle 7 vittorie consecutive ad andare a lavorare, dedicando cori al tanto e troppo compianto Mou (che politically correct, risponde da Madrid dicendo ai tifosi di Inter e Chelsea di fare ormai parte del passato).Ranieri paga forse scelte dirigenziali dettate dal fairplay finanziario (che sembra essere rispettato solo da Moratti), più che dalla voglia di rendere competitiva una squadra blasonata come l'Inter. Dei rinforzi sarebbero sicuramente stati utili, ma quando giocatori del nostro calibro commettono errori da squadra di serie C, niente è possibile. Persino lo striscione del piccolo tifoso nerazzurro, premiato poi dalla Societò recitava:"Potete vincere? Altrimenti a scuola mi prendono in giro! Grazie, Filippo". Siamo tutti un po' come Filippo, ma vogliamo comunque ricordargli quanto sia stato fortunato, nella sua giovane vita, ad aver vissuto più trofei conquistati che anni di vita.Cito un pezzo di 'Bauscia Café' che in questi giorni ha fatto riflettere gli interisti di tutta Italia: "L'Inter è questo. E' l'apoteosi e la rovina, è il fondo del barile e lo zenith nel cielo. Chi convive con questa squadra da almeno venti anni sa cosa significa, ed è questo che ci rende diversi dagli altri. Tifiamo per una grande squadra ma conosciamo bene il concetto di disfatta sportiva, di sconfitta totale, di gogna, mediatica e non; al contempo, però, abbiamo anche ben presente quel che si pro...va quando la tua squadra raggiunge il massimo apice calcistico possibile, cosa che gli altri, in Italia, faticano anche solo ad immaginare.Quindi, ripeto, l'Inter è questo. Non è una squadra normale che fa stagioni normali e cose normali. Chi vuole questo, vada a tifare altro. Noi potremmo vincere la Champions battendo 4-0 il Barcellona in finale e l'anno dopo retrocedere. Siamo un gran casino.Fatevene una ragione."Seguiamo però le parole del piccolo Filippo:"Forza inter comunque. Io non cambio la squadra ma piuttosto cambio la scuola, se mi continuano a prendere in giro io cambio la scuola ma la squadra rimane l'Inter." Solo così potremo rinascere dalle nostre stesse ceneri...come l'Araba fenice.
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