parola al tifoso

Cronaca di un’amara trasferta

Il brano che vi proponiamo è uno stralcio di vita vissuta da un tifoso come noi al seguito della nostra squadra, l’Inter. Lui sarà solo l’iniziatore di quella che spero diventi una preziosa e piacevole collaborazione fra voi e noi....

Alessandro De Felice

Il brano che vi proponiamo è uno stralcio di vita vissuta da un tifoso come noi al seguito della nostra squadra, l'Inter. Lui sarà solo l'iniziatore di quella che spero diventi una preziosa e piacevole collaborazione fra voi e noi. Inviate anche voi una mail alla redazione in cui raccontate la vostra esperienza di tifosi durante l'ultima partita disputata dai ragazzi e noi proveremo a pubblicarla sul sito nello spazio appositamente dedicato a tutti i tifosi.

Cronaca di un'amara trasferta

E pensare che solo stamattina ero al telefono con il mio datore di lavoro dicendogli “ ingegnere scusi se la disturbo, ma sono a letto con l'influenza e ne avrò per un paio di giorni” e lui bonariamente mi rispondeva “ma si figuri! Mi raccomando non prenda freddo e non si stressi troppo”... le ultime parole famose. E pensare che, mentre in mattinata sorvolavo l'Europa intera per stare vicino a suoi Campioni, le sensazioni erano ottime. Giornali e siti proponevano diverse formazioni, ricordavano gli infortuni e mettevano in guardia dall'aggressività dei calciatori inglesi. Leggevo le dichiarazione degli Spurs e li vedevo belli carichi, determinati a sputar sangue su quel campo d'erba, pronti a dimostrare il loro valore in una riproposizione moderna del biblico scontro tra Davide e Golia. Ormai ho fatto il callo agli aerei e alle trasferte. Certo, penserete voi, bella la vita di quelli che si possono permettere di bruciarsi un giorno di malattia e soldi per seguire la squadra in giro per il mondo, beati loro; beh penso la stessa cosa, beati loro. Anche perché io non sono tra quelli, io devo fare sacrifici per permettermi di seguire la mia squadra del cuore, ma lo faccio volentieri per quegli uomini, quegli eroi che mi hanno fatto piangere e ridere, che mi hanno fatto soffrire e gioire,per quella squadra che amo da ancora prima di pronunciare la mia prima parola.

Ore20, dopo una birrettina e 4 chiacchiere scambiati con altri interisti come me conosciuti in un pub entro nello stadio e già il primo brivido: una bolgia! 40 mila persone che gridavano e cantavano inneggiando ai propri giocatori. Sarà una partita difficile, con un tifo così i giocatori sentiranno le loro forze quintuplicate. Comunque non mi preoccupo: i ragazzi non sono degli imberbi (tolti ovviamente Santon e Coutinho) e hanno affrontato sfide ben più dure in palcoscenici ben più caldi e importanti ( mi torna in mente la notte dello Stamford... goduria)Comunque inizia la partita. Ah scusate, ho omesso la canzone della Champions, ma ormai un po' superbamente posso dire che mi ci sto abituando. Comunque inizia la partita e subito Eto'o inventa un tiro dei suoi; bene, il leone è in serata, c'è da tremare per la difesa del Totthenam. Non faccio neanche in tempo a girarmi a guardare la stragnocca tre file dietro di me quando succede l'impensabile: Muntari, con una mossa che non vedevo più dal tempo dell'oratorio si gira di schiena sulla finta di tiro dell'attaccante! Non ho parole. E mentre sono ancora imbalsamato e gelato da ciò che ho visto. L'olandese Van der Vaart ce la butta dentro. Povero Castellazzi penso ( e ad essere sincero anche altre cose su Muntari ma mi auto-censuro).

20' del secondo tempo. Dove diavolo è finito il futuro pallone d'oro, chi è quel fantasma sulla fascia con la maglia di Maicon, dov'è il carattere, chi sono quei ragazzi in campo? Non ho parole, ma non smetto di tifare,no io non molo, io non sono come loro; io metto grinta e passione in quello che faccio! Neanche il tempo di insultare quel birillo messo al posto di Maicon, di cercare in giro per il campo un tipo basso con la maglia nerazzurra numero 10, neanche il tempo di scuotere la testa bonariamente nei confronti dia solo pepepepepeperchèente con lui ho finito gli insulti) che un certo Bale, come uno sciatore tra i paletti salta quattro statue nerazzurre, buca Castellazzi, buca Samuel, ma non buca Crouch, uno che con ipiedii piedi solo se gliela tiri addosso, peggio di Inzaghi. Ora si che sono senza parole, ma non mollo, io no.

Nonostante sia l'unico a gridare la mia fiducia alla squadra, contro le bordate di cori inglesi, contro la rabbia che mi sale nel vedere l'apatia dei ragazzi, l'unico a crederci ancora, l'unico che non molla, nonostante ciò non smetto di tifare: io no, non sono come loro, io non mi arrendo, soltanto io... ed il solito Eto'o! Siamo ancora in partita: su ragazzi sveglia, fatemi vedere i giocatori di cui sono innamorato, i giocatori che mi hanno regalato tante gioie, mancano ancora 15 minuti...

Ok ora è proprio la fine. E' arrivato il terzo gol, i riflettori si spengono e la gente comincia a lasciare lo stadio. Esco anch'io, devo andare in albergo o in aeroporto , ancora non so dove andrò. Rafa ho solo una cosa da dirti: adesso che torni alla Pinetina vai dal magazziniere più vecchio, quello che lavora lì da più anni e fatti dare le vhs di quell'Inter che non vinceva niente, di quell'Inter che veniva strapazzata dagli avversari in campo, sugli spalti e nei bar, quell'Inter che ci faceva soffrire, ma che ci rimandava a casa con il sorriso, felici di avere visto undici leoni in campo a sputare sangue, a sudare per quella maglietta e per quei risultati così piccoli, ma che li rendevano dei veri eroi. Quella è la mia Inter, quella che lotta e soffre, che ha grinta e carattere, che ti fa amare il gioco del pallone. RIVOGLIO LA MIA INTER.Londra23:15 del 2 NovembreLerry