parola al tifoso

Esposto Juve? Potrebbe rivelarsi un boomerang per Agnelli

Alessandro De Felice

di Enrico Marinelli L’editoriale di Sabine Bertagna, nella sua chiara essenzialità, ha dimostrato la assurdità della iniziativa bianconera. Ma da Agnelli jr c’era da aspettarselo vista la scuola che ha avuto (il fantastico duo...

di Enrico Marinelli

L’editoriale di Sabine Bertagna, nella sua chiara essenzialità, ha dimostrato la assurdità della iniziativa bianconera.Ma da Agnelli jr c’era da aspettarselo vista la scuola che ha avuto (il fantastico duo Girando-Moggi).Vorrei però approfondire alcuni aspetti collaterali della vicenda per evidenziare come questa potrebbe trasformarsi in un boomerang per l’autore della geniale idea.Va ricordato innanzitutto un dato essenziale, che va offerto alla riflessione di tutta la platea degli sportivi italiani. La società Inter non ha mai compiuto nell’affaire-calciopoli alcun atto giuridico ostile nei confronti della società Juventus.Non ha promosso l’inchiesta (la scoperta postuma delle telefonate coinvolgenti Facchetti e Moratti dovrebbe ormai avere fatto giustizia di questa sciocca dietrologia, che pure ha aleggiato a lungo). Non si è costituita come parte lesa né nei processi sportivi né del processo penale (a differenza di altri club) Non ha chiesto l’assegnazione dello scudetto 2006. Non ha promosso esposti ritorsivi e provocatori su fatti pregressi in cui era coinvolta la società bianconera.Da parte juventina, a partire dal processo di re-ovinizzazione forzata della dirigenza, è un fiorire di atti ostili e gratuiti. Gratuiti in quanto non miranti di fatto ad ottenere la restituzione di un onore sportivo macchiato (cosa che di per sé sarebbe stata legittima), ma esclusivamente a nuocere, ossia a danneggiare ed infangare un club concorrente.In tale ottica appare esemplificativa già la impostazione tenuta nel ricorso al TNAS, in cui – da quanto si è letto – i bianconeri non proclamano (più) la propria innocenza, rinunciando in definitiva a lottare per affermarla, e in sostanza sostengono che essendo gli altri più o meno colpevoli come loro, dovrebbero cadere i presupposti per l’assegnazione dello scudetto del 2006. Il tutto basandosi sulla relazione Palazzi, ma nello stesso tempo (singolare contraddizione) chiedendo l’annullamento dell’atto con cui lo stesso  Procuratore ammette essere preclusa ogni azione per sopravvenuta prescrizione. Non è stato abbastanza sottolineato il fatto che tale impostazione, con buona pace dei proclami da stadio, costituisce una autoconfessata rinuncia a riottenere i due scudetti revocati (altra evidente contraddizione).Non so quali ragioni abbiano spinto la FIGC e l’Inter a contestare la incompetenza del TNAS, ma a questo punto sono proprio curioso di vedere come farà il Tribunale ad entrare nel merito (se vi entrerà, non è detto) di fatti che - dal punto di vista sportivo - sono passati in giudicato, sono consolidati dalla sovrapposizione di  ben cinque stagioni sportive successive ed sono stati dichiarati improcedibili dallo stesso Procuratore federale.Il concetto di “gratuito” ancora di più si attaglia al fantomatico esposto all’UEFA, di cui si hanno peraltro notizie solo da fonte bianconera. La Juventus non potrà mai avvantaggiarsi direttamente da tale esposto. Ha inoltre deciso di entrare nell’ambito di prerogative (l’iscrizione delle squadre di club alle competizioni internazionali) di esclusiva competenza delle federazioni nazionali.Una iniziativa di questo genere, oltre che mettere gratuitamente in pericolo gli interessi dell’intero movimento calcistico nazionale violando a mio avviso l’art 1 del Codice di giustizia sportiva (quella lealtà sportiva la cui carenza viene rimproverata all’Inter per non avere manifestato intenzione di rinunciare alla prescrizione relativamente ai fatti contestati nella relazione Palazzi),  potrebbe e dovrebbe a mio parere destare l’interesse della FIGC e della Procura federale, non essendo accettabile che un singolo club possa statuire in merito a chi abbia diritto o meno ad essere iscritto alle competizioni internazionali attraverso controversie dallo stesso artificiosamente e pretestuosamente create.Si evidenzia dunque un chiaro abuso che lede non solo l’immagine e gli interessi dell’Inter, ma soprattutto compiti, prerogative ed autorità dell’Istituto federale.Un atteggiamento che nella sostanza è spregiudicatamente e violentemente eversivo e manifesta ancora una volta una incorreggibile vocazione prevaricatrice.

Enrico Marinelli