parola al tifoso

Fine di un ciclo: Grazie ma ora vogliamo un segnale dalla società 

Alessandro De Felice

Finisce in questa serata di aprile il cammino dell’Inter in Champions League. Iniziato la stagione scorso, sublimato nella finale di Madrid e tristemente stremato oggi da un mediocre Schalke 04 che in semifinale verrà molto probabilmente...

Finisce in questa serata di aprile il cammino dell’Inter in Champions League. Iniziato la stagione scorso, sublimato nella finale di Madrid e tristemente stremato oggi da un mediocre Schalke 04 che in semifinale verrà molto probabilmente spazzato via dal Manchester United.

Innanzitutto alziamoci in piedi, applaudiamo la squadra che in un anno ci ha fatto vincere tutto e rivolgiamo anche un pensiero a chi questa squadra l’ha forgiata, plasmata a sua immagine e somiglianza per farla vincere: Josè Mourinho.

Il calcio e la vita però non possono fermarsi al passato, soprattutto quando il presente offre solo tinte fosche e nebbie fuori stagione. In questo momento abbiamo giocatori stanchi, in parte demotivati e che hanno dato tutto. Ma soprattutto non abbiamo un allenatore degno di questo gruppo, come del resto non lo è stato Benitez.Leonardo è stato bravissimo nel ridare motivazioni alla squadra a gennaio, ha saputo toccare le corde giuste in alcuni giocatori ma alla fine ha dimostrato i limiti che aveva fatto intravedere già la scorsa stagione nel Milan. Gli errori con il Brescia (cambi sbagliati), derby e Schalke 04 nel momento decisivo della stagione si sono fatti sentire e purtroppo non è possibile esentare il nostro tecnico da colpe. In queste gare Leonardo si è giocato la panchina per l’anno prossimo.

Ovvio che la colpa non sia solo sua. Mourinho dopo il Triplete aveva capito tutto, cioè che la squadra era spremuta, che la società non era disposta ad investire subito e che si sarebbe andati incontro ad una pericolosa stagione. Anche per questo se ne è voluto andare da vincente.

Come credo molti tifosi, sono preoccupato. Il Milan di quest’anno si è dimostrato superiore ma soprattutto ha dimostrato una maggiore voglia di vincere, in campo e fuori (vedi gli investimenti estivi ed invernali), e per l’anno prossimo promette nuovi colpi.

L’Inter è da ricostruire in molti uomini, ma servono campioni, non giovani di belle speranze e per ora non si vedono investimenti importanti all’orizzonte. Al momento sono troppi i punti interrogativi per sperare in un futuro ancora vincente: allenatore da cambiare (e trovare), giocatori che già l’anno scorso dovevano essere messi sul mercato (Sneijder, Milito, Maicon) e bandiere in avanti con gli anni (Lucio, Zanetti, Cambiasso, Stankovic, Eto’o). Il quadro è preoccupante e attendiamo un messaggio forte dalla società, subito, per non tornare quelli dei tempi bui.