parola al tifoso

Forse ci farà  male…ma dobbiamo crederci ancora

Daniele Mari

di FABIO RUSSO “I nostri giocatori erano motivatissimi per la possibilità – pur tenue – di compiere un’impresa. Ce l’hanno messa davvero tutta, senza risparmiarsi, fino a che è stato fisicamente e psicologicamente possibile. E...

di FABIO RUSSO

"I nostri giocatori erano motivatissimi per la possibilità – pur tenue – di compiere un’impresa. Ce l’hanno messa davvero tutta, senza risparmiarsi, fino a che è stato fisicamente e psicologicamente possibile. E ciascuno di essi ha cercato con orgoglio di portare la squadra all’insperata vittoria di larga misura.Questi sono, in effetti, i tre più grandi problemi di quest’Inter in rovinoso declino.Se pur con le più intense motivazioni si arriva a un risultato e a un gioco come quelli emersi ieri sera, significa che la squadra non ha sufficienti risorse mentali per affrontare le partite decisive. L’avversario non ha mai spaventato: piuttosto, a spaventare è stata (in entrambi gli incontri disputati con il modesto Shalke 04, e prima ancora nel Derby) la totale assenza di quella cattiveria agonistica che solo l’anno scorso è stato il marchio di fabbrica dell’Inter di Mourinho.E quando la disfatta si è trasformata – da vischiosa e quanto mai probabile possibilità – in un blocco di cemento capace di intrappolare nella Storia la seconda Grande Inter, l’ultima cosa che si vorrebbe sentir dire ai propri giocatori è di avercela messa tutta per cercare di vincere. Perché se questo è “tutto”, allora non è abbastanza. E non può essere abbastanza nemmeno per una disperata rincorsa a un campionato che sta ormai perdendo inesorabilmente le tinte nerazzurre.Infine, vedere una squadra perdersi in infruttuosi individualismi, quando una chiave fondamentale per una pazzesca rimonta in un catino ostile doveva essere proprio un gioco di squadra intessuto a maglie tanto strette da muoversi come un solo uomo in campo, delinea i tratti non solo di una pesante sconfitta (nel risultato aggregato di 7-3), ma di un declino troppo rapido per essere compreso, che spazza via la fiducia che l’arrivo di Leonardo aveva impresso nei giocatori come anche attorno ad essi.Ora non serve cercare colpevoli, né probabilmente sarebbe salutare riversare tutte le speranze residue in un campionato troppo difficile per questa Inter, o in una Coppa Italia dove il nostro ultimo ostacolo verso la finale è una Roma storicamente padrona del torneo, capace di cattiveria e cinismo, a volte anche a scapito della correttezza (sfortunatamente per loro, questi anni sono stati costellati di esempi). Può essere pronta quest’Inter a mantenere i nervi saldi e affrontare con consapevolezza e serenità un avversario del genere? Non sono così ottimista, ma l’Inter è la mia squadra e io ho il dovere di crederci. Noi tutti dobbiamo, perché l’Inter siamo noi. Lo siamo stati anche ieri, e saremmo scesi in campo a milioni anche ieri sera, per prenderci quella maledetta semifinale.Forse ci farà male, ma dobbiamo crederci ancora.Per aspera ad astra, dalle asperità alle stelle. Un percorso che abbiamo già fatto… e lo faremo ancora!"