DI DANIELE VITIELLO
parola al tifoso
Forza Wesley, ti siamo vicino
DI DANIELE VITIELLO Ci sono momenti che segnano in maniera indelebile l’esistenza di una persona. Uno di questi potrebbe essere senz’altro la vittoria di una Champions League o magari di un Campionato o ancora di una Coppa di Lega....
Ci sono momenti che segnano in maniera indelebile l'esistenza di una persona. Uno di questi potrebbe essere senz'altro la vittoria di una Champions League o magari di un Campionato o ancora di una Coppa di Lega. Il massimo sarebbe portarli a casa tutti e tre nello stesso anno, battendo tutto e tutti, entrando di diritto nell'olimpo del calcio. Un sogno destinato ad avverarsi solamente per pochi eletti: gli Harrry Potter del pallone, tanto per capirci. Per arrivare a questi traguardi bisogna sudare tanto, crederci fino alla fine e mettere in mostra un talento illimitato. Tutte caratteristiche che chiunque può oggettivamente riconoscere in Wesley Sneijder, a prescindere da quale sia il suo credo calcistico. Wesley, come tutti i maghi del calcio, ha onorato senza riserve nella scorsa annata la maglia dell’Inter, contribuendo in maniera fondamentale al raggiungimento dei numerosi traguardi della Beneamata. E’ pur vero che tutti quei successi si raccolgono solamente se dietro vi è un gruppo di gladiatori, capace di dare la vita in campo pur di ottenere i fatidici 3 punti, ma il Cecchino di Utrecht ha lasciato la sua impronta, ed è stato decisivo nella stagione in cui i nerazzurri hanno coniato una nuova parola nel gergo calcistico italiano:TRIPLETE!Numerosi sforzi e infinite fatiche non vanno mai fatte per nulla, vincere tutto quello che di possibile c’è a livello di club, appaga in gran parte la coscienza di un calciatore, l’affetto dei tifosi è motivo di grande orgoglio, ma per considerare il tutto un vero capolavoro c’è bisogno di un riconoscimento personale. Un riconoscimento innegabile a chi ha fatto delle vittorie il suo mestiere, trafiggendo anche chi,per qualcuno, pareva immortale.Quegli stessi immortali che ora si contendono il Pallone d’oro 2010, pochi mesi fa non poterono far altro che mangiare la polvere dell’Inter di Mourinho e arrendersi dalla barricata a tinte nerazzurre, dopo essere stati trafitti in campo e nell’orgoglio per ben 3 volte, di cui una per merito proprio di Wes, al San Siro di Milano.Se neanche questo biglietto da visita può bastare ad un calciatore per essere inserito almeno sul podio del premio consegnato da France Football, allora mi domando cosa abbiano fatto i tre lassù in più di Sneijder.La motivazione per Iniesta potrebbe essere il gol in finale dei mondiali,una spiegazione alquanto futile se si pensa che Wesley abbia segnato ben 5 reti nella competizione stessa (record per un centrocampista), e che lo stesso numero 10 abbia trascinato quasi da solo gli Orange alla finale mondiale.Esaminando la candidatura di Xavi si può vedere che anch’egli è stato molto importante per la Spagna, quanto per il Barcellona ed è forse quello più tollerabile nell’elenco dei tre dato che Messi rispetto a Sneijder non ha vinto la Champions, né la Coppa di Lega, né tantomeno ha brillato nel mondiale, pur essendo, per detta di tutti, il calciatore più forte in circolazione.Una decisione inspiegabile, quindi, per noi, popolo nerazzurro, come per tutti quegli appassionati e addetti ai lavori sani di mente. L’unica motivazione tanto dolente quanto plausibile, potrebbe essere che c’è qualcuno dietro tutto ciò, lì nei meandri del calcio, qualcuno che non ama tanto il calcio italiano e le sue squadre, tanto da dirigere, in qualche modo, la scelta di tutti verso altri candidati. Solo così potrebbe spiegarsi questo scempio a cui abbiamo assistito oggi. Una squadra di immortali non può portate 3 giocatori sul podio di questo trofeo, se c’è stato chi ha inventato l’antidoto per renderli innocui. Un errore madornale che si aggiunge alla mancata nomina di Diego Milito, assente di lusso nella lista dei 23.A Wesley, come a Diego, tutti i ringraziamenti per quello che ci hanno fatto vivere l’anno scorso, un in bocca al lupo per questa stagione, con l’augurio che queste cocenti delusioni possano essere per loro fonte di immensa motivazione e rabbia agonistica per gli impegni futuri, perché, talvolta, la stima e l’affetto dei tifosi, valgono più di un “misero” Pallone d’Oro.
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