parola al tifoso

GIACINTO, QUANTE CE NE TOCCA SENTIRE…

Eva A. Provenzano

“Bisogna fare in modo che gli ideali sportivi abbiano sempre la meglio sulle considerazioni finanziarie, difficile in un mondo dove l’egoismo tende a far dimenticare gli ideali”. (Da “Ora sei una stella, di L. Garlando, 2007, Mondadori,...

Bisogna fare in modo che gli ideali sportivi abbiano sempre la meglio sulle considerazioni finanziarie, difficile in un mondo dove l’egoismo tende a far dimenticare gli ideali”. (Da “Ora sei una stella, di L. Garlando, 2007, Mondadori, Milano).

Questa è una frase che assegnano a Giacinto Facchetti. In linea con la sua immagine e la sua persona, con il suo modo di essere pulito, semplice, rispettoso. Non lo sapeva, non poteva immaginarlo, che i giorni complicati condivisi con l’Inter sulla terra avrebbero turbato (o forse no) la sua anima, in quell’angolo di cielo nerazzurro che si è strameritato. Qualcuno nei giorni scorsi ha messo in discussione quel modo di essere, quella filosofia di vita, gli occhi azzurri e sinceri di un uomo che per il calcio ha vissuto e con una sola maglia, cucita addosso come una seconda pelle, ha passato la vita intera. Calciopoli è stata la sua rivincita. La sua onestà è spuntata fuori come un fiore in mezzo al deserto. E adesso, dopo 4 anni e non prima, escono fuori le sue telefonate al designatore. Una strategia mediatica decisa a tavolino (quasi quanto le ammonizioni): non le trascrizioni, ma gli audio perché facciano più effetto. E grazie all’audio infatti si capisce che nella “madre delle intercettazioni” l’ex presidente dell’Inter si limita a chiedere un arbitro internazionale per Inter-Juventus (e sono parole di invito, non di minaccia). Il designatore, non lui, dice: “Collina”. Poi però, gli manda Rodomonti.

Ieri una nuova intercettazione. Una voce di donna (pare sia la stessa del post gara Reggina-Juventus, quella che ebbe l’esclusiva sul sequestro di Paparesta negli spogliatoi) e al telefono Bergamo. La signora spiega al designatore come deve comportarsi con il dirigente dell’Inter che da li a poco incontrerà. “Devi essere molto silenzioso, fa parlare solo lui”, gli dice. E continua. “Digli che tu stai con tutti e non solo con Milan e Juventus, devi essere dalla parte di tutti”. (Ma non dovrebbe essere “dalla parte di nessuno”?) “Non hai Einstein davanti. Devi essere non immediato, ma incisivo, la frase a effetto lui non la capisce… Non è un grande intelligente”. E la telefonata finisce così. Con Giacinto Magno che diventa un ingenuo, uno che non capisce le cose, uno poco intelligente. Un amico “brindellone” con cui andare e cena e da fregare il giorno dopo. Calciopoli/2 l’hanno chiamata. E' un bluff e  finirà così: Facchetti 2, resto del mondo 0. E sono entrambi autogol.