parola al tifoso

Gli occhi della tigre

Alessandro De Felice

Tutto è bene quel che finisce bene. Anche perché quella del primo tempo non era la “mia” Inter, bensí un inno alla noia ed un elogio alla supponenza. Spiace dirlo, ma è andata cosí. E la rete di Palacio ha soltanto certificato lo...

Tutto è bene quel che finisce bene. Anche perché quella del primo tempo non era la "mia" Inter, bensí un inno alla noia ed un elogio alla supponenza. Spiace dirlo, ma è andata cosí. E la rete di Palacio ha soltanto certificato lo stato di coma d'una squadra che sembrava quasi patire il placido sole che baciava il manto verde del Meazza. Confesso che nell'intervallo sono stato preso alla sprovvista da un insolito senso d'insofferenza nei confronti d'una prestazione troppo brutta per essere vera.

Poi qualcosa è cambiato. Prima del fischio d'inizio della ripresa ho scorto negli sguardi dei nostri beniamini una luce nuova e conosciuta al tempo stesso. La medesima di tante rimonte vissute in passati più o meno remoti. Ho rivisto gli occhi della tigre. Perennemente affamata di vittorie fresche nonostante le scorpacciate recenti. Nel pareggio del "Pazzo" e nella sua tipica esultanza, ho letto il proseguio d'una sfida che ha quel punto aveva un esito già scritto. In sette minuti la sua rete, insieme all'ennesima doppietta di uno spietato ''TerminEto'or'', ha tarpato le ali al Grifone ed al suo volo che cosí è durato giusto il tempo d'un effimera illusione. I colpi del redivivo Pandev e dell'idolo tascabile Nagatomo hanno completato poi l'opera, trasformando una tragedia non preventivabile in una grande festa di popolo. La marcatura finale di Boselli resta buona solo per annali e statistiche. Le stesse che parlano d'un Leo migliore del Mancio e di Mou. Sono solo numeri, è vero. Ma ingrassano la fiducia in un progetto chiamato rimonta. E cosí quel -5 non può certo spaventarci più di tanto. In fondo è solo un numero...