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parola al tifoso
E' il giorno dell'addio al calcio giocato del capitano nerazzurro Javier Zanetti. Il noto giornalista e tifoso nerazzurro, Gian Luca Rossi, parla di lui nel suo blog: "Inter, visto che è rimasto in campo ininterrottamente per 162 gare, dal 28 ottobre 2006 al 13 dicembre 2009, primato che guardando al solo campionato si è interrotto solo il 28 marzo 2010 dopo 137 partite. Zanetti è anche l’interista più presente nel derby: anche se nell’ultimo non ha giocato nemmeno un minuto, suscitando ulteriori malumori nei confronti di Mazzarri, ha giocato 47 stracittadine, secondo solo a Paolo Maldini, che ne ha giocate 54. E non finisce qui. Zanetti è il Capitano dell’Inter più vincente della storia con 15 trofei conquistati: 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane, 1 Champions League e 1 Mondiale per Club, nonché il capitano interista con più presenze in Champions League (82). Come non bastasse, Zanetti è anche il calciatore con più presenze in Supercoppa Italiana (7) ed il più anziano ad aver fatto un gol nel Mondiale per Club: quando, a fine 2010, ha segnato in Seongnam-Inter 0-3 aveva 37 anni e 127 giorni. E’ infine recordman con 145 presenze anche nella Nazionale argentina: l’ultima sua gara con l’albiceleste l’ha disputata il 16 luglio 2011 nel quarto di finale Uruguay-Argentina di Coppa America. E siccome i veri grandi salutano senza strepiti, non aspettatevi alcun clamore da parte sua. Zanetti non è mai stato il tipo da sbattere porte, nemmeno quando nel fiore della carriera lo cercò insistentemente il Real Madrid e lui rinunciò, con un semplice “No, grazie”, senza conferenze-stampa o titoli di giornale a caratteri cubitali. Peccato che con la Lazio mancherà per squalifica la Curva Nord, ma il 14 giugno magari sarà presente all’annuale festa in programma nel piazzale antistante San Siro. Zanetti è così, non si fa notare, sono gli altri che lo notano. Come quando decise di lasciare la fascia di capitano dell’Inter a Ronaldo dopo il grave infortunio, perché in quel momento il Fenomeno ne aveva maledettamente bisogno. Come quando scappò due ore ad allenarsi persino nel giorno del suo matrimonio con Paula, tra la sorpresa generale. O come quando l’anno scorso, a 39 anni suonati, si è rotto il tendine d’Achille ed è tornato in campo dopo sei mesi. Zanetti un altro stagione l’avrebbe fatta ancora volentieri. E con Moratti ancora Presidente, ci sarebbe probabilmente riuscito. Le offerte non gli sono mancate nemmeno dopo i 40 anni: dal Messico a Dubai, fino all’idea di Mourinho di portarselo al Chelsea a fare da chioccia ai suoi giovanotti. Come sempre ha risposto “No, grazie”. Resterà nella famiglia interista, Javier Zanetti, per fare il dirigente. Continuerà ad essere rispettato da tutti, addetti ai lavori e tifosi di ogni fede, compagni e avversari. Perché Zanetti è una bandiera, e una bandiera si rispetta e si onora, soprattutto quando è l’ultima.
PS: nel sempre troppo variegato mondo interista, c’è stato e ci sarà qualche fenomeno (nemmeno da baraccone, a dir la verità, perché il baraccone ha pur sempre la sua dignità) che avrà qualcosa da (ri)dire pure su Zanetti e sulla sua carriera, perché certi interisti storicamente sono maestri anche nel demolire i loro miti, salvo poi rimpiangerli quando sono finiti. Sono gli sfascisti ad ogni costo, quelli del ‘chi ha il sospetto ha il difetto’ o del ‘fammi dire qualcosa di originale che, hai visto mai, riesca a farmi notare da qualcuno!’ Beh, visto che Zanetti è comunque una leggenda del calcio, voglio sperare che per una volta, per una volta sola, si sia tutti concordi nell’onorare un calciatore che dall’Inter tanto ha ricevuto, ma ha comunque dato tanto, altrimenti una risata vi seppellirà! E' la giornata di addio al calcio di Javier Zanetti. Il noto giornalista e tifoso nerazurro, Gian Luca Rossi, parla di lui nel suo blog:"
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