Ho perso le parole. Quelle pronunciabili senza incorrere in censura. Avrei voluto raccontarvi d'una partita diversa, della rete pazzesca di Deki e del ritorno del Principe tra i marcatori di Champions League. D'una squadra intrisa di rabbia e orgoglio capace in novanta minuti di spazzare via il tonfo contro il Milan e vogliosa di dimostrare al mondo che non si è campioni d'Europa e del mondo per caso. Ma non posso. L'Inter, per come l'abbiamo conosciuta, non esiste più.
parola al tifoso
Il giocattolo si è rotto… Ed io pure!
Ho perso le parole. Quelle pronunciabili senza incorrere in censura. Avrei voluto raccontarvi d’una partita diversa, della rete pazzesca di Deki e del ritorno del Principe tra i marcatori di Champions League. D’una squadra intrisa di...
In una sola settimana si è dilapidato il lavoro di quasi quattro mesi fatto di rimonte spettacolari in campionato quanto in coppa. Umiliando un intero popolo con due prestazioni che definire sconcertanti sarebbe eufemistico e a dir poco generoso. E' come se improvvisamente il giocattolo si fosse rotto. E le voci circolate in questi giorni e confermate in parte dallo stesso presidente Moratti, mi lasciano il dubbio che Leonardo oltre alla bussola abbia perso anche il controllo sulla mente dei suoi uomini. Che il suo addio sia già un fatto assodato? Se così fosse il fatto sarebbe ancora più grave, perché significherebbe aver distrutto volontariamente un progetto sospinto fino adesso più dall'entusiasmo che dalle reali qualità del gioco leonardiano.
Una squadra del calibro dell'Inter non può farsi seppellire a domicilio da cinque reti per mano di uno Schalke che, con tutto il rispetto che merita per esser giunto fino ai quarti di finale, non ha certo il valore di quel gruppo di campioni capace di centrare uno storico triplete. Ma purtroppo quell'Inter è morta e sepolta. Insieme al ricordo di Mourinho, della sua idea di calcio edificata sull'ermetismo difensivo, capace di distruggere il gioco altrui sposandosi con il cinismo più spinto. Vedere una fase difensiva così ricca di buchi da sembrare una fetta di formaggio svizzero, non è degno di chi come me versa soldi ed energie in onore della causa nerazzurra.
Caro Leo, probabilmente pagherai in prima persona il prezzo di queste brucianti sconfitte. Ed altrettanto facilmente a fine stagione vedremo qualche illustre partenza, perché di solito succede così quando finisce un ciclo. Speriamo almeno di qualificarci alla prossima edizione della Champions League. Vi sembro pessimista? Forse, ma certe situazioni sono difficili da invertire due volte in una singola stagione...
Addio sogni di gloria, almeno per ora. Per i miracoli c'è sempre tempo, per carità, ma anche un ottimista cronico come me riconosce che esiste un limite a tutto. Vesto l'umore a lutto e vi abbraccio tutti, fratelli e sorelle nerazzurri. Siete voi il mio sostegno in questo momento altamente drammatico. L'unico motivo per sentirmi davvero orgoglioso d'essere un tifoso della Beneamata. L'Inter infatti siamo noi, non loro. E sempre lo saremo.
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