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parola al tifoso
Io amo Mino Raiola. Volevo cominciare con una frase forte, un frase ad effetto ma è il reale sentimento che provo per quest'uomo. Lunghi e profondi pensieri mi hanno accompagnato in questi giorni. Troppe emozioni. La mia memoria riesce a ritornane indietro fino al mercato estivo della scorsa stagione, al tormentone Zlatan Ibrahimovic è a quei giorni tristi dopo il brutto gesto alla Nord, al cuore del popolo neroazzurro. Poi la svolta. Il Presidente si lascia alle spalle vecchi sentimentalismi e da il via alle trattative con il Barca che si concludono con l'affare del secolo. Zlatan ai blaugrana in cambio di un notevole conguaglio economico e una contropartita tecnica di spessore internazionale. Samauel Eto'o. Segue una campagna acquisti di tutto rispetto, prima Thiago Motta e Milito dal Genoa, poi Lucio dal Bayern Monaco e infine Wesley Sneijder dal Real Madrid. Il tutto riuscendo anche a mettere qualche soldino in cassaforte. Io con tutto il rispetto oggi non posso, non riesco nemmeno sforzandomi ad odiare Mino Raiola. Ne segue una delle stagioni più belle degli ultimi tempi, che per volontà del destino ci ripropone colui che ci aveva lasciato per andare a vincere altrove la coppa dalle grandi orecchie. Certo non abbiamo ancora vinto nulla, forse non vinceremo nulla, ma in un certo qual modo comunque vada potremo andare in giro per l'Europa a testa alta, ancora più orgogliosi dei nostri colori, e con un "pizzico" di rivincita verso chi ci aveva lasciato. La storia oggi si ripete. I primi capricci del n° 45, la procura a Mino Raiola, i tapiri, e infine sulle orme del suo predecessore quel gesto imperdonabile. La maglia gettata a terra e l'insulto pesante al popolo neroazzurro, quello stesso popolo che più volte l'aveva difeso nonostante tutto e tutti. Quello stesso popolo che aveva anche accettato la maglia rossonera e il suo "milanismo". La frattura questa volta si dimostra insanabile tanto da dover far intervenire il Presidente in persona e allontanare il n°45 dal gruppo. "L'unione fa la forza" e in questo momento siamo compatti come forse non lo siamo mai stati. Forse, anzi a questo punto quasi sicuramente, questa estate si prospetterà un altro tormentone. Questa volta però non saremo impreparati e soprattutto ben coscenti che un "uomo" non vince da solo. Se l'intermediazione di Raiola l'anno scorso ci ha portato via Zlatan e ci ha regalato uomini e campioni degni di questa maglia accompagnati da una stagione da incorniciare, allora ben venga un nuovo tormentone e un caloroso benvenuto ai nuovi campioni che arriveranno. Io lo ripeto a gran voce. Amo Mino Raiola il pizzaiolo di Haarlem.
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