parola al tifoso

#JZ4ever

Dovrò trattenere le lacrime. Non ce la farò, mi nasconderò magari. Mi metterò in un angolo a vedere che effetto fa, sarò un puntino in mezzo ad un mare nerazzurro. Un mare di tifosi che canteranno per te, si alzeranno, ti applaudiranno e ti...

Eva A. Provenzano

Dovrò trattenere le lacrime. Non ce la farò, mi nasconderò magari. Mi metterò in un angolo a vedere che effetto fa, sarò un puntino in mezzo ad un mare nerazzurro. Un mare di tifosi che canteranno per te, si alzeranno, ti applaudiranno e ti faranno sentire per l’ultima volta a casa. Eh Javier, non sai quante volte ho pensato e detto al tuo poster nell’armadio: “Un giorno il mio mestiere sarà raccontare le tue partite, le tue 'trattorate', il tuo ciuffo, le sofferenze, le gioie, pure il tuo addio”.

In questo non luogo che si chiama FCINTER1908.IT ho avuto l’onore di poter dire tanto di te, del triplete, della tua Fondazione, della prima volta che ho visto da vicino le tue due rughette sugli occhi, dei tuoi polpacci, di quella volta che ti ho visto con le stampelle ed è stato un giorno nero, mi hai sorriso e ho capito che non avresti mai mollato. Non lo hai fatto mai.

L’Inter, soprattutto, non l’hai mollata mai e forse qualche ragione di nome Real ce l’avevi. Hai detto: “Mi ritiro” ad un giornale argentino. Speravo che Daniele avesse sbagliato la traduzione. Speravo che da un minuto all'altro spuntasse Lorenzo a dirgli “Ehi direttò, manco Riccardo lo fa un refuso così, hai capito tutto il contrario”. E tutti gli altri giù a ridere. Niente. Il direttore aveva letto benissimo. Ho realizzato solo due giorni dopo, quando ho sentito dalla tua bocca sentir dire: “U-l-t-i-m-o p-r-e-m-i-o d-a g-i-o-c-a-t-o-r-e”. Così, al rallentatore. Mi sono bloccata per un attimo. Come hai fatto tu: ti sei morso la lingua per non piangere mentre tutti si alzavano in sala per omaggiarti.

Ti ho scelto come ogni bambino sceglie il suo supereroe, una volta e per sempre. E sentire del tuo addio è stato come sentire Superman dire: “Mi levo mantello e stivali, ora solo giacca e cravatta da Clark Kent”. E d’istinto allora pensi: “Ora chi mi salva?”.

 A me bastava sapere che c’eri. Vederti correre sulla tua fascia, macinare chilometri come se non ci fosse un domani, quella carica silenziosa che emanavi mi spingeva a pensare ‘ok, non avrà i piedi di Maradona, ma accidenti quanto lavoro fa, quanto si impegna’. E io che di talenti non ne ho, ho imparato da te a fare il triplo per migliorarmi ogni giorno anche solo di un cm, perché mi raccontavo: ‘se lui così ha vinto tutto forse anche io riuscirò a combinare qualcosa di buono, quando sarà il momento, se non smetterò di correre’. Lo aspetto ancora quel momento. Perché tu mi hai insegnato che prima o poi arriva. E che se sai aspettare le lacrime un giorno diventano trionfo.

Mancano ancora delle ore all’ora x. Ti immagino dentro al tunnel, mentre lassù dicono che è il momento di salutare. Ti passerà davanti tutto in un secondo, anche gli errori, tutto quello che sei stato, che sei, che hai dimostrato di essere, forse canticchierai: "la mia vita che in fondo lo so, sarà una partita infinita...". Spunterai da là sotto e saranno brividi. Ti vedrò salutare tutti da lontano, camminare in campo insieme ai tuoi bambini, raccoglierai una standing da paura, vedrai i tuoi tifosi piangere per te. Dirai addio ad una maglia che hai amato e che ti ha amato tanto, quella con cui hai visto diventare realtà sogni che forse neanche avevi fatto così belli.

E intanto anche nella mia testa, nella testa di tutti, passeranno giornate storte nelle quali forse abbiamo anche pensato di smettere di credere nell'impossibile e poi quelle giornate che ci hanno resi primi e unici e nelle quali l'impossibile è successo. Saranno lì anche le incertezze sul futuro: sapere che ci sei, anche in ruolo diverso, forse renderà più facile il distacco per una generazione intera di ragazzi e ragazze nerazzurre per la quale tu resterai sempre IL CA-PI-TA-NOOO. Grazie di tutto, #JZ4ever.

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