parola al tifoso

L’Inter non è vecchia. E su Tevez…

Alessandro De Felice

Come Giovanna D’Arco portò alla riscossa il popolo francese, così Claudio Ranieri prova a far risalire la china ad un’Inter che ancora non convince del tutto, ma che sta cominciando, come pretendeva l’ex tecnico di Juventus e Roma, a...

Come Giovanna D’Arco portò alla riscossa il popolo francese, così Claudio Ranieri prova a far risalire la china ad un’Inter che ancora non convince del tutto, ma che sta cominciando, come pretendeva l’ex tecnico di Juventus e Roma, a correre e vincere.

Già, riprende a correre, perché quella contro il Siena, non è stata una brutta partita dei nerazzurri: i bianconeri non hanno mai impensierito Julio Cesar e forse ai campioni del Mondo è mancata quell’incisività sotto porta che ha caratterizzato l’Inter di Mourinho e Leonardo.

Capitolo squadra anziana e giovani. Ammetto di non sopportare più queste frasi da gente che si reputa professionista, ma che in realtà rema sempre contro la squadra di Massimo Moratti e contro il patron nerazzurro: l’Inter c’è e definire vecchia una squadra in cui i titolari sono gente come Alvarez, Zarate, Ranocchia, Nagatomo, Julio Cesar, Pazzini e Thiago Motta (con Obi e Castaignos riserve) non mi sembra corretto. E Zanetti e Cambiasso: ah, non sono giovani? Eppure mi pare che il capitano nerazzurro batta in velocità gente del calibro di Kakà, Moussa Sow, Robinho, Krasic e quant'altro.

“L’Inter deve credere nei giovani”: lo avrò letto ovunque, ogni giorno. E allora mi chiedo: “come mai i giornalisti supplicano Ranieri di credere nei baby nerazzurri e non appena lo fa viene criticato perché la squadra in campo necessita di esperienza?

Infine, concludo con il caso Tevez. Carlitos sembrerebbe in questo momento un rimedio di lusso per l’attacco nerazzurro, che necessita di un uomo che salti l’uomo (perché Zarate lo fa davvero poche volte, ndr) e l’Apache è l’unico, in questo momento, libero da prendere. Vanta inoltre esperienza europea, si adatterebbe nel migliore dei modi al calcio italiano e inoltre troverebbe nella Milano nerazzurra una colonia di argentini pronto ad accoglierlo: questa volta Moratti sa che non può farselo sfuggire e sarebbe l’ora di mandare a quel paese questo maledettissimo Fair Play Finanziario, perché sarebbe inutile rispettarlo se la Champions, in questo momento, è lontana.