PAROLA AL TIFOSO FABIO FAZZARI
parola al tifoso
La maschera di ferro
PAROLA AL TIFOSO FABIO FAZZARI Signor Direttore, dopo l’ ultima triste sconfitta con la Juventus, il magma della critica feroce e delle leggende metropolitane destabilizzanti, che la situazione stava spingendo all’esterno delle anime...
Signor Direttore, dopo l' ultima triste sconfitta con la Juventus, il magma della critica feroce e delle leggende metropolitane destabilizzanti, che la situazione stava spingendo all'esterno delle anime anti-neroazzurro, é giunto in superficie con un flusso piroclastico.Ai commenti ed alle analisi corrette e costruttive (cito ad esempio l'ultimo editoriale di Sabine Bertagna: "Non é tempo per noi") si affiancano disamine assurde dove emerge l'immagine di un Inter che Massimo Moratti, con il "famigerato" Fair play finanziario, tratta come Luigi XIV ( nel film:"La maschera di ferro" del 2005) trattava il fratello Filippo: nascosto al mondo dentro una prigione e con il volto imprigionato in una una maschera di ferro. Rinchiusa alla Pinetina, dietro la maschera cortese e rassicurante di Ranieri, l'inter nasconde il suo vero volto smascherato dai valenti moschettieri mediatici: una squadra con "...Giocatori chiave che hanno perso la retta via più fuori dal campo che in" e "... Che si presentano ad appiano in condizioni che fanno rabbrividire Ranieri, orari e diete non proprio regolari" (Andrea Sorrentino); violentata da un Presidente che "non sa e non vuole spendere soldi" (Stefano Olivari del Guerin Sportivo); una squadra..."In esaurimento" che "...Non ha più niente dentro da dare. L'anima dei vecchi è sfilacciata, quella dei giovani non esiste ancora. Sono stati sbagliati i ricambi ...E adesso ripartire sembra davvero un'impresa" (Alberto Polverosi del Corriere dello Sport). Non cito Mario Sconcerti, Michele Criscitiello, Ilario Castagner, per non appesantire questo scritto.Mi pare che nessuno di questi giornalisti abbia riservato alla Juventus di Ferrara e Del Neri, alla Roma dell'ultimo Spalletti (sostituito proprio da Ranieri) lo stesso trattamento. Tutti ragionavano in termini di "Inizio", "Ripartenza", "Pausa di riflessione". Tutti accordavano tempo ed ogni sconfitta era una tappa del percorso. Nessuno metteva in croce i presidenti: Andrea Agnelli e Rossella Sensi, grandi manager capaci di dare il giusto significato alla parola crisi cioé, dal greco krisis= momento di passaggio.Con l'Inter questo senso è stato decomposto, smantellato, fuso e colato in un nuovo stampo: al posto della nozione di superamento, che pare scomparsa, troviamo quella di accettazione supina del proprio infausto destino. Non male come ribaltamento.E così andiamo avanti, insultati,sbeffeggiati. Per dirla meglio “continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato” (Francis Scott Fitzgerald Il grande Gatsby) per farci temere il presente ed il futuro.Massimo Moratti non possiede giornali e Tv, ma annovera tra i tifosi della sua Inter, fra gli altri, un manipolo di ottimi giornalisti, che potrebbero smentire giornalmente le leggende destabilizzanti e mostrare la vera immagine della Società, quella di cui ha parlato lui stesso nel discorso all'assemblea dei Soci, quella che ragiona, opera, programma. Criticarla é un diritto, giudicarla é presunzione, minarne la credibilità, nella persona del Presidente, é un rischio.
Un carissimo Saluto a Lei, Signor Direttore, ed a tutti i suoi collaboratori, felice di essere fra i lettori del giornale,Fabio FazzariGenova
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