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parola al tifoso
A volte sarebbe tanto semplice chiudere a tutte queste voci che circolano. Basterebbe dire un No secco, come solo lui sa fare. Mourinho il comunicatore nel novero del suo mazzo ha sicuramente una risposta adatta a porre una volta per tutte la parola FINE a questo lungo e fastidioso tormentone. L'Inter gioca nuovamente una finale di Champions, l'ultima volta si chiamava Coppa dei Campioni, l'ultima volta perse contro l'Ajax di Cruijff. L'appuntamento per il nerazzurri è di vitale importanza. Finalmente, dopo anni, la sponda affascinante della Milano calcistica ha la possibilità di sedersi sul tetto d'Europa, la concentrazione dovrebbe essere ai massimi livelli, nella testa dei giocatori, dell'allenatore, dei media in generale, dovrebbe esserci solo Madrid intesa come sede della finale della massima competizione europea...e invece, si parla di Madrid, di Real Madrid, futura destinazione del Vate di Setubal. A mio modestissimo parere questo è un grosso autogol da parte del nostro tecnico, ognuno è artefice del proprio destino e, ripeto, un comunicatore come lo Special One avrebbe fatto meglio a non incentivare questo ritornello a pochi giorni dalla più importante gara della stagione. Un NO secco, accompagnato da qualche frase di contorno in pieno stile “non sono un pirla”, “zeru tituli”, “prostituzione intellectuale”. Una cosa del genere, non ci voleva molto per uno come lui, e invece nulla. I mal di pancia di Ibra ce li siamo lasciati alle spalle MOLTO VOLENTIERI, e quelle lacrime di Siena, se di lacrime vogliamo parlare, un minimo hanno riacceso la flebile speranza nei cuori nerazzurri, potevano essere evitate? Assolutamente no, al cuor non si comanda. Testa a Madrid mister, e dopo la gara, adiós y buena suerte
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