parola al tifoso

Messi a tacere

A poche ore dall’eliminazione del Milan dalla Champions  (addio triplete) le chiavi di lettura che vanno per la maggiore sono queste. Onore al Milan. Il Milan è stato defraudato. L’onore della sconfitta (questo valore così a lungo...

Sabine Bertagna

A poche ore dall'eliminazione del Milan dalla Champions  (addio triplete) le chiavi di lettura che vanno per la maggiore sono queste. Onore al Milan. Il Milan è stato defraudato. L'onore della sconfitta (questo valore così a lungo ignorato) è stato rispolverato e tirato a lucido per l'occasione. Contano solo i risultati, ma se per quache motivo determinate squadre non li raggiungono si possono sempre escogitare nuovi vezzeggiativi per lenire le ferite che bruciano. L'impresa, che i giornali non amano ricordare perché stona con il loro comune sentire, fu quella dell'Inter nell'anno del triplete. Non mi soffermerò sul ricordo della vittoria contro gli extra-terrestri catalani (oggi decisamente più terrestri di ieri, tolto un divino Messi). Se qualcuno non ha ancora capito la portata straordinaria di quell'evento è anche inutile parlarne. Va bene così. C'è un Milan a testa alta da elogiare.

Che cosa c'è di poco chiaro nel dato che racconta i 21 tiri in porta del Barca contro i 3 del Milan? Che cosa vi fa sorridere in questa sintesi piuttosto spietata? Senza scavare nemmeno troppo a fondo ecco affiorare l'alibi perfetto. Il rigore. O i rigori. Già. Quelli non assegnati all'andata li avete già dimenticati. Peccato. Un rigore regalato, secondo tanti. Sicuramente secondo Allegri, che alterna momenti nei quali non vuole parlare di arbitri a momenti nei quali non vorrebbe che parlare di questi (vedi stasera). Sicuramente secondo Ibra, che con la sua dichiarazione nel post partita fa un piccolo capolavoro. "Adesso capisco perché Mourinho quando viene qui si incazza". Improvvisamente solidale. Detto, fatto. Se non fossi interista giuro che non crederei alle mie orecchie. Schierarsi con Mourinho (improvvisamente utile alla causa) è un attimo. E non importa se per tutto il periodo della sua permanenza all'Inter lo avete chiamato pagliaccio, comunicatore e guerrafondaio. Non importa neanche se lo avevate irriso per le sue continue polemiche arbitrali con il Barca. Quella guerra che avete guardato da lontano e con un discreto disprezzo ora è la vostra. La porterete avanti a testa alta, come il Milan che abbandona il palcoscenico europeo. Lo fa con molte lamentele e pochissima autocritica. Lo fa tirando tre volte verso la porta del Barca e probabilmente la vera chiave di lettura è tanto banale quanto evidente. Lo fa con il consenso di chi oggi non li giudicherà con troppa severità. A testa alta. Fuori i migliori. Punti di vista.

Twitter @SBertagna