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parola al tifoso
di ENRICO MARINELLI
Gentile redazione,ho letto con molto interesse l’odierno editoriale di Sabine Bertagna e credo sia effettivamente giunto il momento di chiamare a raccolta tutte le forze utili, quali che possano essere le scelte che riterrà di fare il presidente Moratti che, mi sembra, anche la famiglia Facchetti ha in qualche modo sollecitato all’azione. Non si può più lasciar cadere nessun argomento. In questa ottica può essere importante il contributo di tutti quelli che tra noi, benché non opinionisti professionali, abbiano una qualche capacità di dibattere.Lo spirito di questa lettera è pertanto solo quello di offrire spunti agli opinionisti professionali di area interista (non è importante che venga pubblicata), spunti che ovviamente potranno essere accantonati o utilizzati come meglio si riterrà.L’aspetto più sorprendente della vicenda “Calciopoli” è a mio parere costituito dall’atteggiamento della stampa sportiva italiana. A soli cinque anni di distanza dall’esplosione dello scandalo, che vedeva in maniera poco edificante implicati - in posizione non certo defilata - le migliori firme del giornalismo sportivo italiano in veste di fiancheggiatrici del “sistema Moggi” (qualche nome: Tosatti, Sposini, Damascelli, Biscardi, Scardina) in un contesto nel quale erano taroccate persino le moviole, la medesima stampa sportiva di vertice (ma quelli che oggi strillano sono tutti nati giornalisticamente dopo il 2006 ?), incredibilmente immemore, si erge a paladina dei buoni costumi sportivi violentati, bacchettando con austera severità i colloqui telefonici in cui è coinvolto Giacinto Facchetti. Come se tra il dito e la luna il protagonista fosse il dito.Ebbene sì, Giacinto Facchetti ha fatto azione di lobby, come reclama a gran voce da New York Andrea Agnelli. Bisognerebbe peraltro spiegare al giovin signore (e probabilmente a molti altri) che l’azione di lobby (lobbying) è in sé cosa del tutto lecita in quanto rappresentazione di legittimi interessi nei luoghi appropriati (ossia presso figure o sedi istituzionali); e tale è stata l’attività compiuta da Giacinto Facchetti da presidente di società a designatore e coordinatore di arbitri. Ma da cosa nasce la richiesta di equo trattamento del giovin signore ? E’ forse qualificabile in termini di pura lobbying l’attività associativa finalizzata alla frode sportiva (così la Procura di Napoli, così la sentenza Girando, così le sentenze sportive ormai passate in giudicato) ?E poi, equo trattamento su quali paramenti ? Parametro Palazzi ? Se usassimo il parametro Palazzi – andrebbe ricordato - la Juventus sarebbe minimo in Lega Pro, seconda divisione. O il parametro Palazzi dovrebbe valere solo per Facchetti e l’Inter ? Se applicassimo infine il parametro Palazzi al processo ordinario (Napoli), ossia che vale la requisitoria del PM, don Luciano si troverebbe con 5 anni e 8 mesi sul groppone.Io, da sportivo sicuramente interista (mi scuseranno lor signori, nessuno è perfetto) ma amante dell’approfondimento in tutti i campi della vita e nemico giurato della superficialità e dell’approssimazione ignorante, mi chiedo come mai si rimanga alla superficie e non si faccia giornalismo vero andando a fondo, al di là delle sentenze sportive, sulle questioni di fondo.La questione numero uno, quella davvero sostanziale, è stabilire quale è stato il peso corruttivo del sistema Moggi nel calcio italiano nel periodo 1994-2006; visto che non è ragionevolmente concepibile che esso abbia esercitato il suo ruolo nelle sole stagioni 2004-05 e 2005-06; eh già, Calciopoli non si capisce se non si scava su quanto è successo negli anni precedenti. Così facendo magari si scoprirà che il sistema si basava su due pilastri (e non tre) il cui suggello pattizio era celebrato nel trofeo Luigi Berlusconi, con buona pace degli esclusi. Si scoprirà magari che il terzo incomodo (l’Inter) era il classico vaso di coccio tra i vasi di ferro e che ogni tanto si dava un contentino alle romane in quanto vicine ai palazzi (minuscolo) e comunque supportate da non trascurabile stampa amica. O si vuole far credere che l’organizzazione messa in piedi (Moggi-Giraudo-Mazzini-Bergamo-Pairetto-parco auto di Lapo Elkann-Fazi-GEA-combriccole arbitrali varie-giornalisti amici) serviva solo a mandare il Bologna in serie B a scapito della Fiorentina ? Dopo essere andati a fondo su questo – che mi pare la vera questione cruciale – potremo anche rimettere tutto in discussione, ma magari partendo dal 1995, così giusto per andare al fondo delle cose. O alla stampa sportiva italiana non interessa andare al fondo delle cose ? Un altro interrogativo mi frulla per la testa. Come mai tutti parlano solo delle telefonate ? Perché questo consente di dire che tutti telefonavano ? Eppure si sa, che da sole le telefonate valgono poco o nulla, se non sono riscontrate da fatti e azioni coerenti e consequenziali. Eppure gli investigatori veri (quelli professionali, che hanno operato nella inchiesta della giustizia ordinaria) non hanno solo vagliato le telefonate: hanno fatto appostamenti, pedinamenti, sequestrato documenti e schede telefoniche riservate, ricostruito relazioni, interessi e frequentazioni. Giungendo a conclusioni diverse rispetto al procuratore federale, ovvero attribuendo differenti ruoli ai coinvolti: Sì, perché tra i coinvolti c’è chi era vittima (telefonate o no) e chi era carnefice; chi martello e chi incudine. Nessuno che vada a fondo su questo. Infine, nessuno che si interroghi sul perché la Federazione ha chiamato il procuratore federale ad esprimersi PRIMA che fosse verificata la procedibilità ? E perché il procuratore federale è voluto entrare nel merito di questioni improcedibili (più di qualcuno sostiene che è illegale) avendo egli stessi verificato che erano improcedibili ? Qual è l’interesse generale di una operazione di questo tipo ? L’amore di verità ? L’amore di verità si ferma al 2004-2005 ? Bene, mi piacerebbe che la stampa sportiva italiana avesse un sussulto di professionalità o fosse quanto meno incalzata ad approfondire, magari obtorto collo, tali questioni.. Grazie per l’attenzione.
Enrico Marinelli, Roma
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