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parola al tifoso
di GIANLUCA PARRI
Sembra passato un secolo da quel capolavoro del 2009. Essere riusciti a spedire a Barcellona il tanto presuntuoso quanto enteralgico Ibrahimovic facendosi pagare la bellezza di 50 milioni di euro più Eto’o, fu un vero e proprio capolavoro in termini di gestione degli affari e, a posteriori, tra i più vantaggiosi della storia del calcio. E ripensare al grande slam (espressione che io preferisco a “triplete”) mi fa ancora commuovere. Ripenso anche a un anno fa, quando più o meno in questo periodo (metà agosto) il Milan, con solo Pato come attaccante decente, sembrava destinato a vedere ancora una volta noi dell'Inter da lontano, col telescopio. Poi sappiamo com'è andata a finire: Ibra che se ne torna a Milano sponda rossonera proprio negli ultimi scorci di agosto, con l'eco di radio mercato secondo cui, a quanto pare, Ibra mesi prima chiamò Moratti supplicandolo di riprenderlo. Certo, col senno di poi e nel modo in cui è arrivato al Milan, pur di toglierlo ai rossoneri un pensierino l'avrei anche fatto; ma chi poteva pensare che il Barcellona avrebbe prestato Ibra al Milan per poi “regalarlo” al 65% in meno rispetto a quanto lo aveva pagato l'Inter? Da quel momento è iniziata una sorta di solstizio d'estate in casa nerazzurra: sempre più buio.
Ok, la scelta di Benítez era una frittata già fatta che non ci ha impedito di battere la Roma in supercoppa italiana. L'inizio dell'oscurità si è visto molto bene a fine agosto a Montecarlo, quando il modesto (Agüero a parte) Atlético Madrid ha letteralmente "eclissato" l'Inter in una partita che faccio ancora fatica a dimenticare. Oltre tutto, quello “zero” alla voce acquisti aveva lasciato molto perplessi.
E pensare che comunque fino a fine settembre la luce per un po' era tornata: fino alla sconfitta con la Roma, avevamo fatto più o meno il nostro dovere. Poi però c'è stato il colpo di grazia: un periodo nero, ma così nero, che posso solo paragonarlo al rituale del seppuku. Infortuni come se piovesse (un portiere che, senza nessuna pressione, insegue un pallone e si infortuna a livello muscolare, sinceramente non mi era mai venuta in mente, segno evidente che ritenevo tale possibilità reale tanto quanto un numero immaginario), gioco osceno, voci insistenti di giocatori che non possono più vedere Benítez, punti persi per strada in modo stupido. E fu così che il buon Benítez, passando per la vittoria al Mondiale per Club (in cui, ammettiamolo, avere incontrato il Mazembe in finale è stato un colpo di fortuna con la C maiuscola), come ormai scontato venne lasciato senza panettone (però ci scommetto che in vacanza a Liverpool si sarà rifatto con il Christmas pudding).
E fu sera e fu mattina: il giorno di Leonardo. Che dire? Tra l’en plein di vittorie in casa in campionato e prestazioni oscene in trasferta (sempre in campionato) uniti alle atrocità tattiche in Champions, il bilancio si può dire in “chiaroscuro”. Peccato che tutto sia stato rovinato da quella scellerata e sciagurata settimana buia che più buia non si può (potremmo chiamarla la settimana della camera oscura, oppure, ancora meglio, la settimana delle catacombe). Il miracolo di Monaco non si può nemmeno ricordare piacevolmente, così come il gol da paura di Stankovic contro lo Schalke, viste le cinque mazzate incassate dopo (in una partita giocata con la fase difensiva in letargo). Risultato finale? Secondo posto a sei punti dal Milan e Coppa Italia in bacheca. Se solo ci fossimo impegnati con Benítez un milligrammo in più… Se solo fossimo riusciti a vincere almeno un derby… In pratica la somma algebrica di Benítez e Leonardo fa -6 dal Milan. La morale di tutto questo? Ovvio, che lo scudetto, al Milan, glielo abbiamo regalato noi su un piatto d’argento! Lo so che con i se e con i ma non si fa mai la storia, ma vedendo come abbiamo perso da polli alcuni punti per strada, il rammarico resta grande.
Ed arriviamo ad eventi più recenti: l’immagine di Leonardo che, attratto dal sole di Parigi (sono ironico ovviamente, Parigi è stupenda, ma non certo per il sole), grida “Ho visto la luce!!!” rappresenta bene quanto accaduto e mi ha fatto sorridere quella specie di conferenza stampa di Leo in cui quasi accusava la stampa di aver costretto l’Inter a cercare un nuovo allenatore. Resta ancora qualcosa di poco chiaro in quella vicenda, ma ormai non riguarda più l’Inter. Ciò che riguarda l’Inter è stato dapprima la scelta dell’allenatore che sembrava non terminare mai, salvo poi concludersi con la quarta o quinta scelta, ossia Gasperini (certo non è colpa dell’Inter se dicono tutti di no, e 15 milioni per Villas Boas erano comunque troppi). E si arriva infine al momento attuale, con una situazione a livello di mercato che mi sembra chiara come un blackout. Personalmente odio il calcio mercato perché fatto al 99% di aria fritta: tutto fumo e zero arrosto. A prescindere da questo, le idee annebbiate della nostra dirigenza in tema di mercato fanno riflettere. Si parla più delle cessioni di Sneijder e/o di Eto’o e mettiamoci anche Maicon. Per il resto sono arrivati i semisconosciuti Álvarez, Castaignos e Jonathan e altre trattative vanno verso altri giocatori non certo di prima fascia a parte Tévez. Sempre che non sia una manovra di depistaggio per un grande big che arrivi prima del 31 agosto (e me lo auguro), non riesco proprio a capire il senso del mercato di quest’anno. Ah già, ma che sciocco! C’è il Fair Play Finanziario!!! (o forse dovrebbero chiamarlo FPFSPI, Fair Play Finanziario Solo Per l’Inter; io invece sostituirei la parola Fair con un’altra sempre in inglese di quattro lettere che inizia per F).
L’anno scorso in campionato abbiamo segnato 69 gol e subiti 42 (il Milan invece ha totalizzato 65-24). Mi sembra chiaro che il problema sia la fase difensiva. Ok che non avendo la sfera di cristallo, non sappiamo se Eto’o (sempre che resti) segnerà ancora a mo’ di raffica e/o se Milito tornerà quello di due stagioni fa, ma comunque è chiaro che la cosa più importante è sistemare il centrocampo perché aiuti la difesa: ormai Cambiasso & C. non possono reggere una stagione così pesante. Invece si parla di Tévez e di cedere i nostri pezzi migliori, senza sistemare veramente il centrocampo. Ci capisco poco. Poi voglio anche dire che essere in regola col Fair Play Finanziario e arrivare quarti in campionato sarebbe proprio il colmo: uno sforzo inutile. Mi auguro che in questi venti giorni Branca, Moratti & C. trovino la luce in fondo al tunnel e facciano una squadra per vincere lo scudetto respingendo gli assalti di milanisti, juventini, romanisti, napoletani, ecc. Se accadrà chiederò venia e farò anche atto di contrizione. Ma se si continuerà a brancolare nel buio ci aspetta una stagione tenebrosa. E magari anche a fari spenti… Di cantare “Buio a San Siro” non ne ho nessuna voglia.
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