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parola al tifoso
Dopo i successi dello scorso maggio, lo storico triplete, i premi ed i riconoscimenti ai nostri giocatori ci siamo spesso chiesti spesso cosa aspettarci per questa stagione. Si parla di motivazioni, condizioni fisiche, gruppo, nuovo allenatore, zero campagna acquisti. Alla fine, mettendo insieme il tutto, ci si accorge che i recenti storici trionfi non sono facili da gestire, da portare in spalla, specie per l’Inter, mai abituata alle banalità e alle cose semplice.
Per certi versi forse dovevamo aspettarcelo. L’anno scorso è stato magico, in una sola stagione abbiamo vinto tutto, umiliato due volte il Milan, sconfitto a San Siro due volte la Juventus fra campionato e Coppa Italia, siamo stati capaci di vincere a Londra, annientare il Barcellona di Messi. Le imprese speciali, proprio perché speciali, sono il frutto di una combinazione di tanti fattori e ovviamente diventano irripetibili. Ai meriti di un allenatore unico al mondo nel suo interpretare lo spirito da interista solo contro tutti e ad un gruppo di giocatori fantastici nel rendimento, sappiamo di avere avuto anche la giusta fortuna (qualche episodio, i pochi infortunati nei momenti decisivi) che comunque abbiamo saputo meritarci.
Nulla però può rimanere per sempre nella vita e ce ne siamo accorti nei mesi successivi con l’addio di Mourinho, la sconfitta di Montecarlo ed i problemi delle ultime settimane. Felicità e preoccupazione da maggio ad oggi sono difficili da decifrare, me ne accorgo anche allo stadio, da come reagiscono i tifosi divisi fra la riconoscenza e a volte lo sconcerto in alcune partite. I giocatori sono sempre quelli, si pensa ad ogni giocata, ma non sempre riescono le stesse cose e nell’arrabbiarci ci ricordiamo però di quello che ci hanno regalato qualche mese prima.
La stagione è lunga, dobbiamo cercare di vincere il Mondiale per Club come primo obiettivo, riparare a gennaio quello che non abbiamo fatto in estate per poi arrivare pronti allo sprint finale. Questo vogliono i tifosi, nessuna pretende un finale magico come l’anno scorso, ma i campioni restiamo sempre noi. Niente paura.
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